Aggredisce l’assistente sociale e si barrica in casa con il figlio: trattative in corso

Il padre separato, armato di pistola, si è rifugiato a Roncadelle. I carabinieri hanno sentito al telefono il bambino di 4 anni: sta bene
  • I carabinieri presidiano la zona in cui il padre di è barricato a Roncadelle
    I carabinieri presidiano la zona in cui il padre di è barricato a Roncadelle
  • I carabinieri presidiano la zona in cui il padre di è barricato a Roncadelle
    I carabinieri presidiano la zona in cui il padre di è barricato a Roncadelle
  • Il procuratore Francesco Prete è intervenuto di persona a Roncadelle - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
    I carabinieri presidiano la zona in cui il padre di è barricato a Roncadelle
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Sono proseguite tutta la notte e sono ancora in corso le trattative tra i carabinieri e il padre separato che si è barricato in casa a Roncadelle, con il figlio di quattro anni. I carabinieri sono rimasti in contatto con il bambino fino a questa notte alle due e attorno alle 8 gli hanno parlato al telefono. Sta bene. Sul posto questa mattina è arrivato anche il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete, per seguire in prima persona questa delicata fase.

Ieri pomeriggio il padre, che ha 35 anni e ha precedenti per violenza domestica, l'aveva strappato dalle mani dell'assistente sociale durante un incontro protetto per poi darsi alla fuga. Minacciando l'assistente sociale, aveva mostrato anche una pistola che non è chiaro se fosse vera. L'uomo ai militari chiede tempo prima di aprire la porta e restituire il bambino. Secondo quanto ricostruito, già in passato l'uomo aveva aggredito l’ex moglie e l’avvocato della donna per questioni legate proprio al figlio.

Il procuratore capo Francesco Prete a Roncadelle - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il procuratore capo Francesco Prete a Roncadelle - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Cos'è successo ieri

Doveva essere un tappa di avvicinamento, una parte importante di un percorso per recuperare un rapporto con il figlio e la fiducia delle istituzioni dopo gli episodi violenti che avevano portato i Servizi Sociali a togliergli l’affidamento del bambino. Si è trasformata in una caccia all’uomo in cui sono state impegnate decine di pattuglie e che ha visto anche l’intervento delle unità antiterrorismo, le Api dei carabinieri, e di un sottoufficiale dell’Arma appositamente formato come negoziatore per situazioni di crisi. Fino a notte inoltrata l’uomo è stato barricato nel suo appartamento di Roncadelle dove i carabinieri lo hanno rintracciato in serata.

L'aggressione

Nel pomeriggio di ieri era previsto l’incontro protetto tra un bimbo di quattro anni e suo padre, un uomo di origine rumena cui era stato tolto l’affidamento del piccolo per questioni legate ad episodi di violenza. L’appuntamento era fissato a Rodengo Saiano, nel parco di via Santo Stefano, tra il torrente Gandovere e le colline. Un’area giochi recentemente rinnovata attraversata da una pista ciclabile e con un parcheggio che si apre su una delle vie principali del paese della Franciacorta. Il luogo ideale per provare a trovare un attimo di serenità. Ma l’uomo ha ribaltato le carte in tavola, in un istante. L’appuntamento era al parcheggio, all’angolo tra via Santo Stefano e via Ponte Cingoli. L’assistente sociale, una donna di 36 anni, quando ha capito che l’uomo non aveva intenzione di accettare che il bimbo fosse stato affidato alla madre ha cercato di tenere il bimbo vicino, di convincere il genitore fuori controllo a non complicare la situazione. Non è servito.

Le trattative con l’uomo sono proseguite nella notte
Le trattative con l’uomo sono proseguite nella notte

E in un attimo è stato il terrore: prima l’ha minacciata con una pistola, non è chiaro se vera oppure una riproduzione, e poi l’ha aggredita fisicamente, strappandole letteralmente dalle braccia il minore e fuggendo in direzione di via Ponte Cingoli e degli svincoli delle tangenziali.

L'allarme

La donna si è precipitata sulla strada principale, chiedendo aiuto e cercando di capire la direzione di fuga dell’uomo e quale mezzo avesse usato per allontanarsi. Dalla farmacia, dalla banca e dai negozi diverse persone sono uscite, sulle prime hanno pensato ad uno scippo o una rapina sulla pista ciclabile, scacciando il pensiero di un tentativo di violenza.

Nessuno poteva immaginare di essere davanti alla sottrazione di un minore all’istituzione cui era stato affidato. Immediatamente è stato lanciato l’allarme. A Rodengo sono arrivate le pattuglie dei carabinieri che hanno ascoltato la donna e avviato le indagini. Mentre la 36enne veniva medicata dal personale dell’ambulanza i militari dell’Arma hanno ascoltato i testimoni e iniziato ad analizzare i dati dei lettori targa dei comuni della zona e le immagini delle telecamere degli esericizi più vicino alla zona dell’aggressione. La foto e la descrizione dell’uomo e del bambino sono state diffuse a tutte le pattuglie su strada ma anche ai posti di frontiera, i porti e le stazioni.

La svolta

Dopo qualche ora la prima buona notizia. I carabineri hanno individuato l’uomo in un appartamento di un complesso residenziale di una zona di recente edificazione a Roncadelle. E sono scattate tutte le procedure previste in questi casi. Oltre alla pistola che aveva mostrato all’assistente sociale c’era la possibilità che avesse armato porte o finestre. Per questo per prima cosa è stato bloccato il traffico in tutto il quartiere, con pattuglie di carabinieri con il giubbotto anti proiettile ad ogni angolo di strada.

A ridosso dell’appartamento sono arrivate le squadre antiterrorismo le Api (Aliquote di Pronto Intervento) con il negoziatore che ha aperto un filo diretto di comunicazione con l’uomo asserragliato. Nel frattempo, nella vicina caserma dei carabinieri, sono state fatte confluire anche squadre di Vigili del fuoco per qualsiasi necessità tecnica e di supporto ad una irruzione, pattuglie di rinforzo per dare il cambio ai colleghi e le ambulanze.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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