Affissioni pubblicitarie, truffe anche a Brescia
Brescia, Moniga del Garda, Borgosatollo e Salò. Ma anche Leno, Carpenedolo o Sarezzo. Sono alcuni dei Comuni che hanno affidato alla milanese Aipa la raccolta delle imposte sulla pubblicità, sulle affissioni, in certi casi anche sull’occupazione di suolo pubblico o sui rifiuti. Fanno parte di un enorme gruppo di enti locali, 1.200 in tutta Italia, che ieri mattina hanno avuto un brutto risveglio, quando si è diffusa la notizia dell’arresto di Daniele Santucci, il 65enne presidente dell’Agenzia italiana per pubbliche amministrazioni. È finito lunedì a San Vittore con l’accusa di aver stornato, a partire dal 2008, parte dei tributi derivanti dalle affissioni pubblicitarie destinandoli a propri fini personali.
L’inchiesta della Guardia di Finanza di Lecco ha preso le mosse da una verifica fiscale intrapresa nei confronti di una società pubblicitaria del posto. Seguendo il flusso di denaro tra committente della pubblicità, concessionaria, società di affissione e società di riscossione tributi tutto sembrava nella norma.
Dal riscontro tra la documentazione bancaria e le scritture contabili dell’Aipa è emerso però come il presidente avesse acceso due conti corrente presso altrettanti istituti di credito, intestandoli formalmente alla società di riscossione, ma omettendo di farli confluire nella contabilità ufficiale.
L’unico soggetto con la facoltà ad operare su questi conti è risultato essere proprio Santucci che ha drenato parte dei fondi – circa sette milioni di euro - destinati agli enti locali legittimati a riceverli utilizzandoli per propri scopi personali: acquisto di automobili di lusso; viaggi; ristrutturazioni edilizie di appartamenti intestati a familiari; lingotti d’argento e monete d’oro.
Ma il vero hobby è risultato essere il rodeo: un milione e mezzo di euro è stato destinato a due ranch di sua proprietà (uno in Italia l’altro negli Stati Uniti) proprio per l’allevamento di cavalli.
Sottoposti a sequestro denaro contante, lingotti d’argento e monete d’oro per un valore di oltre 100 mila euro.
Resta ora da capire l’entità delle somme sottratte alle singole amministrazioni: soldi che, invece di finanziare servizi per i cittadini, servivano secondo l’accusa a soddisfare i bisogni di Santucci.
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