Adunata nazionale degli alpini, Brescia lancia la sua candidatura per il 2026
Brescia si candida per ospitare l’adunata nazionale degli alpini nel 2026, a oltre 25 anni dal precedente grande raduno che si svolse in città, nel 2000, e quello risalente al 1970, a pochissimi anni dalle precedenti richieste interrotte dal periodo pandemico.
Dopo l’assemblea, lo scorso sabato a Milano, dei presidenti dei raggruppamenti che fanno capo alla Lombardia e all’Emilia Romagna, il nome di Brescia rappresenta ufficialmente la sede dell’Adunata che conta su una forza di penne nere di ben 22mila volontari iscritti alle sezioni bresciane (12mila all’Ana provinciale; 5mila rispettivamente alla sezione Vallecamonica e Montesuello Salò). Si dovrà ora mettere in moto una macchina poderosa e impegnativa che Brescia ha già sperimentato all’inizio del ventunesimo secolo, che rese la nostra città un esempio di organizzazione e di efficienza.
Il Consiglio nazionale si esprimerà sulla scelta del luogo che potrà accogliere l’appuntamento del 2026 entro l’autunno del prossimo anno. «Siamo soddisfatti perché tutto sembra andare nella giusta direzione – commenta il presidente della sezione Ana di Brescia, Gian Battista Turrini -. C’è comunque molto lavoro che ci aspetta per espletare tutti i passaggi che implicano la partecipazione principalmente del Comune capoluogo».
La corposa documentazione dovrà pervenire alla Loggia entro giugno del 2024 per essere approvata e presentata ufficialmente all’Amministrazione comunale perché deliberi l’appoggio economico e organizzativo dell’adunata nazionale al quale contribuiscono anche Provincia e Regione. Le risorse sono solitamente consistenti. Si ipotizza una spesa che supera abbondantemente il milione di euro. Nel prossimo futuro una commissione incaricata dall’Ana dovrebbe effettuare un sopralluogo finalizzato a verificare gli spazi, le capacità ricettive, la viabilità e, più in generale, la disponibilità delle amministrazioni locali ad accogliere un evento che richiama centinaia di migliaia di persone.
«C’è tempo a sufficienza per organizzare nel migliore dei modi – sottolinea il presidente Turrini -, ma contiamo sull’aiuto delle sezioni camune e gardesane. Gli alpini sono persone concrete, abituate a lasciare il segno. Per questo la gente ci ama e si fida di noi». Senza dimenticare che il territorio potrà beneficiare, in termini economici e sociali, dell’indotto generato da questo importante appuntamento.
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