Addio al neurochirurgo filosofo Angelo Bollati
Quando lasciò l’Ospedale Civile, dove fu dapprima primario poi cattedratico di Neurochirurgia, disse che voleva voltare pagina e iniziare a studiare seriamente la filosofia, che negli anni da chirurgo aveva continuato a coltivare.
In realtà Angelo Bollati, che si è spento ieri a ottant’anni a San Daniele del Friuli dove si trovava in vacanza, ha semplicemente continuato ad indagare i misteri del cervello e della mente umana, seppur da altre angolazioni. Medico-filosofo, nato a Cislago (Varese), nel 1964 conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia, specializzandosi poi in Neurologia, Psichiatria e Neurochirurgia.
Ha trascorso la sua vita professionale al Civile, e impiegato il tempo libero conseguendo dapprima la laurea breve, poi la specialistica in Filosofia nel 2013 all’Università di Verona. Ha poi rielaborato la sua tesi di laurea facendone un saggio dal titolo «Le sfide della bioetica: una terza via?» nel quale sostiene che il male peggiore dell’umanità è il dogmatismo, presente in tutti i campi, che impedisce il dialogo tra le persone. Riflessioni su ciò che è, l’essere, il valore, il principio, la conoscenza, la verità e l’opinione. Temi sui quali il professor Bollati ha continuato ad interrogarsi, nella sua lunga carriera di neurochirurgo, trovando una sorta di «pacificazione» speculativa con se stesso e con la durezza della vita quando anche la filosofia ne ha fatto parte a pieno titolo. Bollati lascia la moglie Claudia Zambano e i figli Luca e Veronica.
La salma si trova da oggi alle 15 alla Casa del Commiato in via Bargnani; domani alle 17 verrà celebrato un ufficio funebre. A Cislago la sepoltura.
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