Addio a Enrica Lombardi, salvò 41 bimbi dall'inferno del Rwanda

Si è spenta Enrica Lombardi, imprenditrice di Castenedolo e presidente di Museke, la onlus che nel '94 salvò 41 bimbi dal genocidio del Rwanda
  • Alcune immagini di Enrica Lombardi
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Una vita spesa per il prossimo. Una testimonianza concreta di quella fede e di quella operosità che l’hanno contraddistinta fino all’ultimo. Si è spenta a 83 anni Enrica Lombardi, imprenditrice di Castenedolo - fu lei a dar vita al centro confezioni Henriette nello stesso comune alle porte della città – il cui nome si lega inesorabilmente all’esperienza dell’associazione Museke, ora fondazione, di cui era presidente. Quella onlus che, assieme alla Fondazione Tovini, sosteneva il centro di Kigali, nel cuore del Rwanda sconvolto nel 1994 da uno dei più grandi genocidi della storia.

Da quell’inferno Enrica Lombardi - già insignita del Premio Città di Brescia-Laura Bianchini - con il fratello don Roberto - a lungo responsabile diocesano per la Pastorale universitaria e oggi di quella per le persone disalibi - salvò 41 bambini che ospiti del centro rwandese giunsero a Brescia, trovando una nuova speranza e in molti casi una nuova famiglia. Un episodio che ebbe risalto a livello nazionale, tanto da ricevere nel 2006 a Castenedolo il plauso di Oscar Luigi Scalfaro, capo dello Stato quando 12 anni prima i bimbi erano giunti in Italia. Il generoso impegno per quel salvataggio le valse, tra l'altro, nel 2005 il Premio Cuore Amico.

Il ricordo di quella che i ragazzi chiamavano “zia Enrica” è rimasto vivo nei loro cuori, come testimonia la loro presenza numerosa alla camera ardente allestita nell’abitazione di via Garibaldi.

Ferita anche la comunità di Castenedolo, che si stringerà attorno alla famiglia di Enrica Lombardi lunedì alle 18 per la veglia funebre e martedì alle 14.40 nella Parrocchiale in occasione delle esequie: “Il nostro paese non dimenticherà il suo esempio” ha tenuto a sottolineare il sindaco Giambattista Groli che ha ricordato come la sua esperienza da imprenditrice abbia dato lavoro a tante famiglie del paese, e come il suo impegno e la sua fede abbiano “strappato a morte certa tanti bimbi” e reso “la sua vita un dono per il prossimo”.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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