Addio a Dario Ciapetti, il sindaco «virtuoso»

Domenica l'incidente. Il vice Carlo Gandossi: «Sembra un incubo, abbiamo perso una persona straordinaria».
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Sulla sua scrivania restano i biglietti degli auguri natalizi spediti dai colleghi sindaci, una pila di documenti e il libriccino con le omelie di don Pierino Ferrari, pronunciate nelle messe di suffragio per Sara, la figlia disabile scomparsa a 13 anni. Nel cassetto dell'Ufficio anagrafe, invece, ci sono le carte di identità di Elisa, 11 anni, Veronica, 5, e Federico, 3. Dovevano servire per il viaggio della famiglia in Francia, dove studia Michele, di 21 anni. Papà Dario, mamma Gabriella e i tre figli volevano raggiungerlo: insieme sarebbero poi tornati nella casa di Berlinghetto per il Natale.

Sulle carte di identità doveva ancora mettere la firma: «Lo farò lunedì» aveva detto sabato all'amico Carlo Gandossi, il suo vice. Invece Dario Ciapetti non tornerà più nel suo municipio e Michele è rientrato per raggiungere papà al capezzale. Dario se n'è andato ieri poco dopo le 16 all'ospedale di Chiari. Il suo fisico da atleta ha resistito per un giorno e mezzo, poi ha ceduto. Aveva perso troppo sangue da quel banale forellino sotto l'ascella, dall'arteria recisa dalla punta del cancello di casa.

E' una sera di gelo e nebbia quando la notizia arriva in municipio a Berlingo, dove ci sono l'assessore Carlo Gandossi e la segretaria comunale Enrica Pedersini. Avevano sperato, come i familiari, gli amici, i concittadini: «Sembra un incubo, anche per il modo in cui è successa la disgrazia». Dario Ciapetti, 47 anni, era un bravo sindaco. Meglio: era la guida della sua comunità, come i sindaci di una volta, che sapevano interpretare lo spirito della loro gente, ma anche superarlo, prendendola per mano. Per lui l'impegno politico, la passione civile e l'attività sociale erano la diversa declinazione di un unico dovere: porsi al servizio degli altri. L'ha fatto come amministratore comunale e come dipendente di Raphaël, conquistato dal carisma di don Pierino Ferrari. Del resto, Dario aveva incontrato presto, in famiglia, i valori del cattolicesimo democratico. Papà Carlo era stato sindaco democristiano di Castegnato dal 1980 al 1990. Trasferitosi a Berlingo dopo il matrimonio con Gabriella Mombelli, Dario era entrato presto in municipio. Assessore alle Politiche sociali (non a caso) dal 1995 al 1999, poi vice sindaco fino al 2004, sindaco per due tornate: l'ultima, nel 2009, eletto con il 77% dei voti. «Aveva un'alta opinione della cosa pubblica» ricorda Gandossi. «Credeva nel ruolo del Comune come elemento trainante della società civile». L'attenzione ai più deboli era la sua cifra particolare di amministratore. «Aveva una sensibilità estrema verso chi ha bisogno».

Una persona mite, ma con una grande forza di volontà. Ciapetti aveva fatto del suo piccolo paese un esempio sotto il profilo ecologico. Era il coordinatore per il Nord dell'Associazione dei Comuni Virtuosi, impegnata a praticare la sostenibilità ambientale. Gli edifici comunali di Berlingo, ad esempio, sono autosufficienti dal punto di vista energetico. «Dario ha fortemente voluto le tre scuole» sottolinea Gandossi. I nuovi edifici di Materna, Elementare e Media, che sarà terminata il prossimo settembre. Sapeva calamitare l'impegno anche degli altri Comuni intorno a questi temi, vedi la lotta contro cave e discariche, a favore del Parco della Macogna. «Un amministratore con un alto senso delle istituzioni» lo definisce Enrica Pedersini. «Un sindaco instancabile, che cercava di prendere il meglio dall'esperienza di altri Comuni per applicarla nel proprio». Un prossimo obiettivo era l'acquisto verde: assicurare alla futura Media arredi con materiale ecosostenibile. «A volte - ricorda Gandossi - il mattino trovavo sue mail speditimi alle due, tre di notte: mi diceva che non bisogna fare domani quel che si può fare oggi».

Ogni mattina Dario passava dal camposanto per salutare Sara. «Non sarà più notte… La tua alba s'è fatta giorno intramontabile» è scritto sulla tomba della ragazza. Adesso anche per Dario il sole non tramonta più, accanto alla sua Sara.

Enrico Mirani
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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