Acquedotti bresciani, vanno persi quattro litri su dieci
La buona notizia è che il dato migliora. La cattiva è che lo fa lentamente e che gli acquedotti bresciani, in media, perdono ancora 4 litri su 10. Un’enormità, soprattutto nell’epoca in cui le falde si abbassano e i ghiacciai si ritirano. Ecco perché Ufficio d’Ambito di Brescia (Ato) e i gestori del ciclo idrico stanno cercando di mettere in campo progetti e investimenti contro la «dispersione»: gli ultimi due progetti, candidati al Pnrr, valgono più di 47 milioni e coinvolgono 22 Comuni bresciani. Una terapia d’urto per ridurre di almeno il 15% l’acqua buttata.
La rete degli acquedotti, nel Bresciano, si sviluppa per oltre 8mila chilometri. Quattro volte le strade provinciali. Una rete complessa dove, in base ai dati Istat, la dispersione provinciale si attesta al 39,5%. Un po’ meglio del dato nazionale (41,4%), peggio della media lombarda (28,7%).
Uno studio Openpolis del 2020 dice che i Comuni bresciani messi peggio, con perdite oltre il 70%, sono Visano, Sulzano e Losine; i più virtuosi Remedello, Capriolo, Nave e Vione, dove le perdite sono inferiori al 5%. Va detto che sul dato bresciano pesano molto le procedure d’infrazione per la mancata depurazione: cosa che ha portato a concentrare in questo segmento gli investimenti. Giusto. Ma anche la dispersione deve essere una priorità.
L’andamento
In base ai dati forniti dai gestori, qualcosa sta comunque migliorando. Acque Bresciane, che gestisce il ciclo idrico in 96 Comuni, «perde» per strada il 48,4% dell’acqua immessa in rete. Un dato più alto del 2019 solo perché nel frattempo ha preso in gestione Comuni con un acquedotto colabrado, cosa che ha fatto alzare la percentuale media. Nel piano di sostenibilità al 2045 uno dei macro obiettivi è la riduzione del 50% delle perdite.
Nell’ultimo anno sono stati sostituiti 28 km di rete. Ma l’approccio non può essere solo sostituire i tubi. Si cercano soluzioni innovative: la rilevazione satellitare delle reti, il controllo da remoto della pressione e la segmentazione in distretti. Nel 2022 Acque Bresciane investirà 13 milioni e 659mila euro per ridurre le perdite. Inoltre ha presentato un progetto per ottenere i finanziamenti del Pnrr dedicati all’acqua: un progetto che riguarda circa 900 km di rete, nove sistemi idropotabili, 110 mila abitanti e 13 Comuni (Monticelli Brusati, Paderno Franciacorta e Passirano, Capriolo e Palazzolo Sull'Oglio, Lograto e Maclodio, Calcinato, Desenzano, Sirmione, San Felice del Benaco, Salò e Gardone Riviera). Il piano vale 24 milioni, 19 quelli chiesti al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
A2A Ciclo Idrico gestisce l’acquedotto in 74 Comuni bresciani, città compresa. In questi territori nel 2021 la media di dispersione è scesa al 37,2%. Va meglio in città, dove il dato è del 27,9%: resta che anche nel capoluogo un quarto dell’acqua viene perso.
Ma A2A punta sull’innovazione, in primis il sistema Aquarius: si tratta di sensori acustici installati nei tombini che rilevano il «rumore» prodotto dalle perdite. I sensori «ascoltano» ogni notte le possibili fuoriuscite dell’acqua dalle tubazioni. I dati vengono elaborati da un sistema centrale che segnala il problema. Il progetto è partito nel 2019 da Mompiano (40 sensori), poi si è allargato al centro storico di Brescia (185 sensori), a Urago Mella (49), a Sant’Eufemia-Caioinvico (87) quindi a Gussago (34 sensori) e Ospitaletto (70).
Nuove tecnologie anche per le riparazioni, ad iniziare dal sistema «tarl tech»: una resina spinta nelle tubazioni che «chiude» fessure e piccole rotture delle tubazioni. Ora A2A ha predisposto il progetto «digitalizzazione e riduzione delle perdite», candidato al Pnrr e che coinvolge i Comuni di Brescia, Anfo, Bagolino, Gavardo, Lavenone, Mura, Treviso Bresciano, Vallio Terme, Vobarno. Il progetto vale 23,1 milioni e prevede 15 interventi (6 finanziati dalla tariffa, 9 dal Pnrr). L’obiettivo è duplice: «distrettualizzare» 883 chilometri di rete, così da monitorare al meglio eventuali perdite e gestire le pressioni; ridurre entro il 2026 la dispersione di almeno il 15%
Già finanziato dal Pnrr, con 27,5 milioni, è invece il progetto per il nuovo acquedotto di Val Trompia: l’acqua sarà captata nelle sorgenti individuate a Bovegno e smistata fino alla media Valle.
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