Acqua e turismo nutrono le casse dei Comuni bresciani

Limone, Saviore e altri 11 paesi svettano nella classifica lombarda delle entrate da beni e servizi
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TURISMO: I COMUNI AL TOP
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Il primato lombardo spetta a Limone. Al secondo posto c’è Saviore dell’Adamello, al quarto Monno. Nei primi trenta posti della graduatoria regionale troviamo ben tredici Comuni bresciani, per lo più della Valcamonica. Beneficiati dagli incassi legati all’industria del turismo (ad esempio i parcheggi) oppure dalla risorsa idrica (le centraline elettriche).

Openpolis, Fondazione che analizza i dati riferiti alla pubblica amministrazione, ha esaminato i conti consuntivi 2021 dei Comuni italiani, pubblicando le entrate di ciascuno riferite alla vendita e alla gestione di beni e servizi. È una importante fetta di risorse, che rappresenta l’8% delle entrate totali degli enti locali. Denaro extra rispetto a tasse e imposte. Si tratta di introiti legati a tre componenti. La prima riguarda la vendita diretta nel mercato di beni e servizi in campo sanitario, energetico, faunistico. Rientrano in questa sezione anche gli incassi di case di cura, rsa, farmacie, asili nido, parcheggi. La seconda componente riguarda invece la gestione di beni di proprietà con gli introiti derivanti da canoni, affitti, noleggi per il loro uso o concessione. Infine, fra queste entrate ci sono i proventi delle risorse naturali del territorio: è il caso dell’acqua in Valcamonica. L’oro blu.

Risorse

Si tratta di fondi che contribuiscono alla sostenibilità economica dei Comuni, sempre più bisognosi di risorse. Diversificare le entrate aiuta a garantire la stabilità dei bilanci e dunque agevola la possibilità di rispondere alle necessità dei cittadini. Naturalmente, c’è anche l’altro aspetto: questi beni e servizi sono elementi che fanno crescere le comunità.

Limone, dunque, è sul podio della Lombardia. La graduatoria è stilata secondo le entrate pro capite: è un dato oggettivo, non esprime un giudizio sull’azione amministrativa. Una particolare e redditizia vocazione economica (oppure un beneficio donato da madrenatura) sommato a una scarsa popolazione sono fattori determinanti. Nella località gardesana beni e servizi comunali rendono 2.344 euro per ogni abitante; a Saviore siamo a duemila. Al quarto posto, dicevamo, c’è Monno con 1.216 euro.

I top

Tra i trenta più fortunati in Lombardia seguono Irma (ottavo posto), Ponte di Legno (15°), Vione (18°), Vezza d’Oglio (19°), Cevo (23°), Temù (24°), Casto (26°), Sale Marasino (28°), Cividate Camuno (29°) e Sonico (30°). La provincia di Brescia, dunque, fa man bassa delle prime posizioni. Alla casella 35 troviamo Sirmione e a quella numero 46 c’è Lavenone. Comuni turistici, che guardano agli ospiti stranieri, insieme a paesi di montagna che si affidano alle ricchezze naturali del territorio.

Alcune curiosità. In Lombardia fanalino di coda è Malgesso (Varese), con 0,27 centesimi pro capite. Era un piccolo Comune autonomo fino al 2022. Nel Bresciano l’ultima posizione è occupata da Odolo: poco più di 15mila euro di proventi, 7,85 euro per abitante. È l’unico nostro paese sotto i dieci euro. Fra i meno ricchi (per questa voce di bilancio) ci sono Brione (meno di 40 euro), Borgosatollo e Dello (poco più di 42 euro), Monticelli Brusati (49), Marcheno (53), Offlaga (52), Castrezzato e Cazzago San Martino (50 euro).

Un’avvertenza nel caso di anomalie: la Fondazione Openpolis, nella relazione che accompagna lo studio, precisa che «spesso i Comuni non inseriscono le entrate relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa».

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