Abusivo un «artigiano» su 4: i settori con i maggiori incrementi
Fantasmi. Inesistenti per le loro associazioni di categoria e per il Fisco, cui si rivolgono i privati per spendere meno. Un «artigiano» su quattro è un abusivo, stando ai dati dell’indagine del Centro Studi Poisa della Associazione Artigiani, coordinato dal direttore Enrico Mattinzoli.
I dati sono frutto di un questionario con domande chiare rivolto - per telefono - a 2000 imprese per ottenere almeno 1.500 risposte valide.
Numeri e settori. L’immagine che l’indagine - la prima nel suo genere - riporta è quella di 34.900 imprese artigiane cui si devono aggiungere 13.800 artigiani abusivi (il 39,55% delle imprese iscritte alla Camera di commercio. Un numero che va ben oltre il 25% degli artigiani bresciani, dal quale si evince che un artigiano su quattro non è regolare. Le aree della provincia più «popolate dai fantasmi» risultano essere la Valtrompia e il lago di Garda con rispettivamente il 18,9% e il 13,22%.
A comandare tutto è la filiera dell’edilizia, con muratori, idraulici e pittori «fai da te» ma a pagamento seppur a prezzi bassi, che prendono il posto di imprese artigiane certificate, con personale qualificato e preparato. Oltre all’ambito «casa» in senso più ampio possibile, tra i settori che riconoscono un incremento oltre le tre cifre di abusivi, rientrano i giardinieri (+166,93%), i trasportatori di persone (+147,12%) seguiti a distanze marcate da chi opera nelle pulizie (+49,12%) e le estetiste (+46,39%). Attività per cui non è necessario investire in modo particolare, né in macchinari né in immobili.
Ma chi sono gli artigiani abusivi? L’indagine dell’Associazione Artigiani risponde anche a questa domanda. Si tratta soprattutto di pensionati, di ex dipendenti di artigiani (per il 52,25%), seguiti da dipendenti (30,51%) e non occupati (15,69%).
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