A2A-Iren, Del Bono contro l'asse Mlano-Torino
L’aggregazione tra le ex-municipalizzate A2A (Milano e
Brescia) ed Iren (Torino, Genova, Piacenza, Parma e Reggio Emilia) divide i sindaci dei Comuni azionisti. Favorevoli sono Piero Fassino (Torino) e Giuliano Pisapia (Milano), contrario, almeno per ora, il bresciano Emilio Del Bono, che preferisce guardare alle altre realtà della Lombardia.
Il mosaico è complesso e va da Acsm-Agam (Monza e Como) a Linea Group, nata dall’alleanza tra Cremona, Lodi, Mantova e Pavia (Aem, Astem, Tea e Asm). Il sasso nello stagno l’avevano lanciato lo scorso 3 settembre i sindaci di Reggio Emilia, Genova e Torino, membri del patto di sindacato di Iren, attraverso una nota congiunta, con la quale invitavano la società a «rafforzare ulteriormente le sue strategie di espansione territoriale e di aggregazione con altri operatori». Al Workshop Ambrosetti di Cernobbio, poi, Fassino ha fatto il resto. Secondo il primo cittadino della Mole una «collaborazione tra le grandi multi utilities» può «essere utile», anche se «le modalità concrete di questa cooperazione le devono decidere i manager delle società». L’obiettivo è «favorire processi di riaggregazione che consentano di avere player nazionali e internazionali».
Fassino ha subito trovato una sponda a Palazzo Marino, dove Pisapia ha sottolineato come «ipotesi che abbiano un orizzonte industriale più ampio devono essere approfondite senza tabù e senza pregiudizi», dunque «è utile che i Cda inizino a confrontarsi per raggiungere un obiettivo che rafforzerebbe le società e darebbe occasioni di sviluppo e nuova occupazione nell’interesse delle aziende e dei cittadini». Un processo che «si potrà riprendere e approfondire non appena sarà portata a termine la cessione delle quote di A2a già deliberata dai Comuni di Milano e Brescia», che diluirà i soci pubblici dal 54,92% al 50% più due azioni.
Il «momento opportuno», secondo Pisapia, coincide con l’istituzione della Città Metropolitana nel gennaio 2015.
Non è d’accordo Del Bono. «Per ora - ha detto ieri durante la presentazione del progetto di abbattimento del cromo VI nell’acquedotto, affiancato dal presidente di A2a Giovanni Valotti - è stato dato mandato agli amministratori di rafforzare A2a come player della Lombardia. Una volta raggiunto questo obiettivo si potrà pensare ad altro».
Entro il prossimo febbraio A2a presenterà il piano industriale che, secondo Valotti, disegnerà «il futuro di prossimi cinque anni compresi i nuovi business». «Considereremo tutte le opzioni credibili e solide per la crescita», ha indicato il manager rispondendo ad una domanda sulla fusione.
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