A una moglie coraggio il Premio Bulloni
Paolo ha 37 anni. Insegna Impianti elettrici all’Istituto Artigianelli. È un abile informatico ma anche un artista appassionato. Vanna ha 35 anni, un bel lavoro in un’azienda e una bella famiglia: con Paolo e con Elena, la figlia di 11 anni. Abitano a San Polo, e da lì parte la loro corsa disperata quella sera del primo gennaio 1993, quando Paolo si sente male. In ambulanza fino all’Ospedale civile, dove il giovane uomo entra in coma e viene sottoposto a un intervento chirurgico. Diagnosi: rottura di un aneurisma cerebrale.
Paolo sopravvive. «Un miracolo», per Vanna, che con esso riceve anche la speranza di un recupero. Per la riabilitazione motoria c’è la Domus salutis. Per quella cognitiva, invece, i punti di riferimento sono ancora pochi in quegli anni. Per quattro anni va avanti e indietro dall'Ospedale maggiore di Parma con il marito. Lascia il lavoro per dedicarsi a lui. Investe tutti i risparmi nelle cure. E, giorno dopo giorno, apprende una nuova realtà: a livello cognitivo Paolo è rimasto disabile al cento per cento.
Da lì una rivoluzione esistenziale. Per Vanna e per Elena. Che cresce con una responsabilità inattesa e immensa per una ragazzina: quella di accudire il padre mentre la madre torna a lavorare. Perché i risparmi sono finiti, e non è possibile appoggiarsi ad altri.
Ora quel che preme a Vanna Dolci, vincitrice del Premio Bulloni 2014, non è parlare di sé. Vanna vuole parlare dell’Associazione traumatizzati cranici, che ha fondato nel 1998 per dare «ascolto, attenzione e carità» a chi si trova a vivere la sua stessa esperienza.
L’ormai antico Bulloni - istituito dal Comune nel 1953 - e i riconoscimenti a esso collegati tornano a raccontare storie di altruismo delle quali sono protagonisti alcuni bresciani che la città vuole ringraziare e additare come esempi.
La cerimonia di consegna dei premi è in programma per domani, con inizio alle 18, nell’auditorium San Barnaba in corso Magenta.
Alle 21 si terrà il concerto della Banda cittadina «Isidoro Capitanio», a chiusura festosa di quello che vuole essere, per i premiati, un omaggio; e, per chi li applaude un’occasione di conforto e speranza.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato