A scuola da «grandi»: oltre 6mila adulti nei Cpia bresciani

In provincia ci sono tre Centri territoriali permanenti collegati a istituti superiori e Cfp
In classe. Nella foto d’archivio, adulti impegnati in una lezione - © www.giornaledibrescia.it
In classe. Nella foto d’archivio, adulti impegnati in una lezione - © www.giornaledibrescia.it
AA

Gli esami non finiscono mai, almeno quelli che la vita impone e che riportano sui banchi migliaia di persone ogni anno. Per riqualificarsi o aggiornarsi, per riprendere un percorso di studi interrotto, per inserirsi in un ambiente nuovo con le necessarie competenze linguistiche. Funzionavano, fino a pochi anni fa, centri attivi all’interno delle scuole. La riforma del 2012 ha prodotto i Cpia,

Centri territoriali permanenti per l’istruzione degli adulti, allo snodo di un sistema che dalla prima alfabetizzazione fino al diploma superiore e ai corsi specialistici impegna in rete anche gli istituti scolastici e il mondo della formazione professionale. Dei 19 Cpia attivi in Lombardia, tre offrono opportunità in provincia di Brescia, con articolazioni diffuse.

«Sono scuole autonome a tutti gli effetti - spiega la referente dell’Ufficio scolastico territoriale, Bianca Gheza -: e operano, con un proprio assetto didattico e organizzativo, in connessione con il mondo del lavoro e delle professioni. Al fine di alzare il livello d’istruzione della popolazione adulta l’offerta formativa si amplia, aggiungendo ai corsi di lingua italiana e per il conseguimento della licenza media opportunità diverse, principalmente rivolte all’apprendimento delle lingue straniere e all’uso del computer. I Cpia sono in collegamento con le dirigenze degli istituti superiori e con i centri di formazione professionale, per il riconoscimento di competenze acquisite e la stesura di "patti formativi" personalizzati».

Il Cpia 1, riferimento per la città e per l’hinterland, aggiunge agli indirizzi di via Galilei e via Genova le sedi associate di Bagnolo Mella e Lumezzane. La maggior richiesta, spiega il dirigente Nino Mazzarella, viene dagli stranieri per l’apprendimento dell’italiano: su un totale approssimativo di tremila iscrizioni, i due terzi puntano al conseguimento del livello linguistico L2.

Oltre la licenza media, la riforma ha aperto per i Cpia la possibilità di gestire corsi per le materie comuni del biennio delle superiori e si è costituita una rete di collegamento con gli otto istituti con corsi serali, nell’area di competenza: Castelli, Abba-Ballini, Gambara, Tartaglia-Olivieri, Fortuny, Mantegna, Capirola di Leno, Pascal di Manerbio, per un migliaio di allievi complessivamente.

Il Cpia 2 che ha sede a Gavardo è in collegamento con il Don Milani di Montichiari e il Battisti di Salò. Il Cpia 3, di Chiari, ha nella sua area il Falcone di Palazzolo e l’Olivelli di Darfo. A conti fatti, si può calcolare in 6.200 studenti adulti la variegata popolazione scolastica che fa riferimenti ai tre Cpia della nostra provincia.

«La riforma - osserva Mazzarella - ha inteso potenziare il sistema, unificandolo. Serve un miglior coinvolgimento dell’istruzione superiore per un collegamento organico e sarebbe opportuno un coordinamento provinciale più efficace, ai fini di una gestione uniforme. La riforma, avviata nel 2014, è giovane. Oggi aumenta la richiesta di corsi d’italiano a livelli avanzati da parte di stranieri che hanno già conseguito titoli di studio all’estero. Gli italiani guardano con interesse all’ampliamento dell’offerta formativa: cerchiamo di rispondere alle richieste con una quarantina di docenti».

Molto ampio è il catalogo dei corsi a disposizione per la formazione professionale, di competenza dei centri regionali e degli enti accreditati, che sono ben 146. Nel Cfp Zanardelli, azienda speciale della Provincia, «si lavora alla costruzione di reti: al collegamento con i Cpia, con le aziende e con l’Università - sottolinea la coordinatrice delle nove sedi, Elena Girotti - per individuare la necessità di nuove figure e ampliare l’offerta».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato