A Sant'Anna prende forma il Brolo, l'orto della solidarietà
Sono già una quindicina le persone (perlopiù donne) che hanno dato la loro disponibilità per coltivare il «Brolo di Sant’Anna», l’orto solidale che sarà realizzato in un’area di proprietà comunale in via Arimanno, nel quartiere Chiusure.
Nei giorni scorsi il terreno, di seimila metri quadrati, è stato fresato, nei prossimi si segneranno le «colle» e si decideranno le sementi da piantare per dare forma ai diversi spazi in cui l’orto sarà strutturato: da quello per la didattica - nei pressi della scuola materna Rodari, che sarà dotato anche di una fontanella per permettere ai bimbi di lavarsi mani o stivaletti - a quello per le persone fragili secondo l’accordo siglato con il Dipartimento di salute mentale dell’Asst Spedali Civili, dove saranno piantate specie «terapeutiche» particolarmente adatte alla cura e alla riabilitazione delle persone seguite, come tuberi e ortaggi che crescono sottoterra ma anche il mais dal quale ricavare farine. Prima di Pasqua si dovrà procedere alla semina.
Nel frattempo si stanno perfezionando gli acquisti dei materiali grazie alla generosità non solo di singoli cittadini ma anche di molte realtà che hanno donato i primi fondi per far partire l’iniziativa («la prima di questo tipo in Italia», hanno affermato gli ideatori) promossa da Auser Insieme Oltremella (ente capofila) con Punto Comunità Chiusure, Istituto comprensivo Ovest 3, le cooperative sociali Scalabrini Bonomelli e La Rete, Cas di via Caduti del lavoro, i Cdq Chiusure, Badia, Fiumicello, Violino e Primo Maggio, Caritas e Servizi sociali del Comune.
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«Oltre alla didattica e all’attività terapeutica per persone fragili l’orto è solidale e non sociale - precisano i promotori Mauro Pedroni, Marcello Scutra, Ocildo Stival ed Ettore Gosio - perché quanto prodotto sarà donato alle famiglie bisognose; quanto si ricaverà dalla vendita di frutta e verdura sarà devoluto a chi necessita di aiuto tramite la Caritas zonale».
Nell’ottica dell’antico «brolo», nell’orto solidale, di concerto con il presidio locale di Slow Food, si intendono piantare specie tipiche bresciane che «vorremmo far rivivere - spiega Stival, tecnico agronomo - come il mais nero spinato di Esine, la patata di Ossimo, el pom (mela) de Polaen o la pesca Rœs de Faì». La risposta all’iniziativa da parte del territorio è «crescente. Tanti cittadini - afferma Ettore Gosio che avrà il compito di coordinare i volontari - si sono detti disponibili a fare qualsiasi cosa».
Presto sarà posizionata la casetta di legno per gli attrezzi, dotata di corrente elettrica. «Avremo l’acqua della roggia per tre ore la settimana e stiamo provvedendo a installare due cisterne per conservarla - spiega Scutra del Punto comunità e del Coda -. Quanto ai volontari abbiamo provveduto ad assicurarli. Infine dobbiamo ringraziare il Settore Verde del Comune che è stato molto disponibile».
L’Iban per sostenere il progetto è: IT69R0869211205027000274885, altre informazioni si possono chiedere scrivendo a auseroltremella@gmail.com.
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