A chi serve una videoteca, nel 2020? Pinto chiude il noleggio
Inserisci la tessera, digiti il codice, scorri sullo schermo i titoli dei film schiacciando il bottoncino, ne trovi un paio che ti interessano tra quelli che ti sei perso al cinema e cerchi su Google le recensioni. Poi scegli, metti la tessera nel distributore e dopo qualche secondo senti il rumore del nastro trasportatore: il dvd, chiuso nella confezione quadrata anonima, nera o blu, esce dalla fessura. Lo prendi, esci. Prima di partire controlli se hai ritirato la tessera.
Raccontare questa sequenza di azioni adesso, nel 2020, equivale a fare un salto nel passato, tipo l’Ottocento, manca solo di tornare a casa a cavallo. Eppure, il noleggio dei film in videoteca è un’attività che per alcune persone è ancora abituale, sempre meno a dire il vero. Ora, però, è arrivata una novità destinata a eliminare anche quei pochi affezionati rimasti: «Le case di distribuzione non producono più dvd destinati al noleggio - spiega Carlo Pinto, titolare dello storico negozio di musica, nonché videonoleggio, di Brescia -. Dovremmo dare ai clienti copie destinate alla vendita per offrire anche le ultime uscite, ma è illegale».
Per questo motivo, Pinto, che ha in casa quattromila titoli, ha deciso di chiudere l’attività di noleggio. Restano i cd, i dvd in vendita e anche i vinili, ma in via Montello non ci saranno più i distributori e le colonnine per la scelta dei film. Fine. D’altronde, che il mondo sia cambiato dal 1984 a oggi è piuttosto evidente: in quell’anno i Pinto inseriscono nei due negozi aperti nel 1970 in città, via Montello e via Cremona, anche le videocassette musicali a noleggio. «Poi arrivarono anche i film, distribuiti da case storiche come Domovideo e Betamax, e dopo una prima fase con titoli come La chiave, Mondo cane, cose così, ci fu un boom. Nei fine settimana arrivavamo a mille noleggi al giorno».
L’avvento di Sky cambia le cose, così come lo streaming e il download, legale e illegale, ma è con Netflix e con le altre piattaforme, da Amazon Prime a Disney+ a Apple TV+ in avanti che il settore subisce il colpo definitivo (Rai Play, che pure è gratis, non la consideriamo: vederci un film è impossibile, a meno che non siate fan della rotellina che vi dice attendere prego).
«Andare in videoteca è una cosa da affezionati, da persone a cui piace avere un punto di riferimento - dice Pinto -. Ho capito che è più un discorso affettivo. Ma è chiaro che per la maggior parte delle persone le abitudini sono cambiate». E pensare che Netflix, che oggi in Italia conta due milioni di abbonati, mosse i primi passi come servizio di noleggio di videocassette e dvd. La società fondata da Reed Hastings e Marc Randolph aveva come competitor Blockbuster, che nel frattempo è fallito, e ora detta legge.
«I film prodotti da Netflix, ad esempio, non vengono nemmeno stampati, quindi non possiamo offrirli ai clienti - prosegue Pinto, citando titoli di peso come Roma di Alfonso Cuarón -. A inizio anno, poi, le case di distribuzione ci hanno comunicato che non avremmo più ricevuto i dvd destinati al noleggio. Le videoteche rimaste, in effetti, sono pochissime. Avremmo potuto continuare con i film che già abbiamo, ma la novità costituisce il 90% del nostro lavoro. Così abbiamo deciso di abbandonare il noleggio e tenere solo il negozio».
Il problema non riguarda solo l'oggetto dvd: anche le aziende che producono i distributori stanno sparendo. Alcune di queste si sono spostate in un settore che ad oggi non conosce crisi: la consegna automatica dei farmaci dal magazzino al banco. In ogni caso tra un po’, secondo Pinto, spariranno anche i dvd normali, per la vendita, «resteranno solo le edizioni speciali o i 4K, oggetti destinati a un pubblico di appassionati». Per il resto, «i film sono diventati, e penso al caso di Amazon, prodotti che servono per profilarti, per seguire cosa ti piace e venderti altre cose».
Nel 2018, per citare alcuni dati, il settore dei video su supporti fisici è calato del 15%, in Italia, con 288 milioni di fatturato, mentre il digitale è cresciuto del 21% rispetto a due anni prima, con una quota di mercato pari al 33% del settore dell’intrattenimento a casa. Anche il noleggio, era sceso del 24%, a 19 milioni di euro. La Feltrinelli di corso Zanardelli, in centro a Brescia, ha drasticamente ridotto gli spazi destinati a film e cd, proprio in questi giorni. Viviamo l’epoca della smaterializzazione: film, musica, gli stessi negozi, i ristoranti, il denaro: chissà quante cose riusciremo ancora a smaterializzare. Nessuna nostalgia, chiaro. Solo quella piccola vertigine davanti al mondo che cambia più velocemente di noi, compresi i più aggiornati su tutto. Lasciateci almeno ringraziare il videonoleggio, tra le altre cose, per averci regalato un film come Clerks. Come diceva quel cliente, «avete per caso quello lì con quel tizio che ha fatto quel film che è uscito l'anno scorso?». Già, l'avete?
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