A «Chi l’ha visto?» le ricerche di Roberto Bracchi

Il 53enne è scomparso il 15 novembre. La famiglia disperata: «Non sappiamo più cosa pensare».
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Anche «Chi l’ha visto?» per cercare di ritrovare Roberto Bracchi. Mercoledì sera il noto programma televisivo di Rai Tre si è occupato infatti del caso del 53enne di Monticelli Brusati, scomparso il 15 novembre dello scorso anno. L’obiettivo di questa nuova iniziativa, voluta fortemente dalla famiglia di Roberto, è quello di tenere viva la speranza e l’attenzione su una vicenda che non ha avuto significativi sviluppi in questi quattro mesi.

Roberto Bracchi è stato visto l’ultima volta alle 9 della mattina di quel venerdì di novembre nel suo bar («Il Giardino», locale che gestiva dal 1991) mentre stava uscendo per andare a fare alcuni acquisti all’ingrosso, poi il buio. Dopo la denuncia della scomparsa ai carabinieri di Camignone, si erano mobilitati in molti per le ricerche, con le Amministrazioni di Monticelli e Travagliato (nel cui territorio, lungo la tangenziale, venne ritrovata la sera successiva la Bmw nera di Roberto), i Vigili del fuoco, la Protezione civile e gli amici del gruppo Monticelli bike impegnati a setacciare parte della zona che va dal territorio di Monticelli a quello di Travagliato.

Dopo due giorni di intense ricerche, la Prefettura decise di «passare la palla» ai carabinieri per avviare un’indagine investigativa mirata, tuttora in corso. Nonostante l’impegno degli amici (che hanno proseguito le ricerche anche dopo lo stop della Prefettura) e delle forze dell’ordine, però, non si hanno ancora notizie su dove sia l’uomo. Si spera a questo punto che l’interesse suscitato dal programma possa fornire nuovi elementi circa il destino del monticellese.

Intanto i famigliari di Roberto, intervistati da Teletutto, non nascondono la loro disperazione. Dice il fratello Paolo: «Non so più a cosa pensare, anche perché escludo nella maniera più assoluta la fuga volontaria». «Qualcosa è successo - gli fa eco l’altro fratello Vittorio - ma non so cosa. Certo fanno pensare quella macchia sul tappetino dell’auto e quei segni di fanghiglia su volante e maniglia». Conclude la cognata Elena: «Nessuno ci sta dicendo più niente».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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