A Brescia il 16% dei giovani non lavora, ma le aziende cercano
Giovani che non lavorano (più di 16 su cento nell’operosa Brescia, praticamente il doppio rispetto a dieci anni fa) e aziende vanamente in cerca di introvabili figure. Opportunità formative con sbocchi sicuri ma poco note o non abbastanza considerate.
Sono i paradossi di un mercato del lavoro in squilibrio tra domanda e offerta e di un orientamento non abbastanza mirato. Gli ultimi dati Istat segnalano in Italia un tasso di disoccupazione del 30,5 per cento nella fascia d’età compresa tra 15 e 24 anni, del 14,9 per cento tra i 25 e i 34 anni. Nemmeno la nostra provincia sfugge al diffuso problema dei giovani che non studiano e nemmeno lavorano, proprio la combinazione appropriata di studio e lavoro prospetta sbocchi interessanti a giudicare dalle richieste che emergono in sede locale.
L’osservatorio Excelsior della Camera di commercio rimarca la difficoltà per le aziende di reperire tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, con capacità di applicare soluzioni creativee innovative ai processi.
Per meccatronici industriali, tecnici superiori in campo informatico e nel marketing per l’internazionalizzazione, stilisti tecnologici, tecnici della qualità hanno posti pronti per assunzione immediata aziende interpellate da Apindustria, che al gap tra domanda e offerta di lavoro giovanile risponde con una campagna di sensibilizzazione al tema e di supporto alla formazione tecnica superiore, nel momento delle scelte per i neodiplomati che tra ricerca di lavoro e università hanno a disposizione una promettente terza via.
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