28 maggio: «Quel riscatto tardivo ma importante dello Stato»

«Un riscatto tardivo ma importante dello Stato». Così Manlio Milani rispetto alla condanna nel primo anniversario della Strage dopo la sentenza
STRAGE: IN PIAZZA 42 ANNI DOPO
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“Un segno di vicinanza ai parenti delle vittime, un segno di affermazione della memoria”. Aveva 5 anni Andrea Orlando oggi ministro della Giustizia quando il 28 maggio 1974 una bomba, in piazza Loggia, uccise 8 persone e ne ferì centinaia.

Ne aveva invece uno di meno Alfredo Bazoli, oggi parlamentare Pd e figlio di Giulietta Banzi Bazoli, una delle 8 vittime della strage. Ho solo frammenti di ricordi – racconta Bazoli - più frutto di racconti di altri che miei personali. Purtroppo non ho neanche ricordi di mia mamma, perché essendo morta quando io ero così piccolo, non ho avuto la possibilità di averne una fisionomia, ricordi personali. Questa è ovviamente una delle grandi amputazioni della mia vita”.

  • Piazza di maggio, il pomeriggio del 28 maggio sotto la Loggia
    Piazza di maggio, il pomeriggio del 28 maggio sotto la Loggia
  • Piazza di maggio, il pomeriggio del 28 maggio sotto la Loggia
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  • Piazza di maggio, il pomeriggio del 28 maggio sotto la Loggia
    Piazza di maggio, il pomeriggio del 28 maggio sotto la Loggia
  • Piazza di maggio, il pomeriggio del 28 maggio sotto la Loggia
    Piazza di maggio, il pomeriggio del 28 maggio sotto la Loggia

C'erano anche loro oggi in una piazza appassionata per l'anniversario numero 42 di quel drammatico 28 maggio '74, il primo celebrato con una certezza firmata dalla giustizia: la condanna all'ergastolo nei confronti di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, pronunciata lo scorso luglio dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano.

“Questo vuol dire che l'oscurità e l'oblio non hanno vinto sulla volontà di fare chiarezza” sottolinea il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono. “Un riscatto tardivo dello Stato, tardivo ma importante. Certo, tardivo, ma alla fine la democrazia ha vinto e di questo dobbiamo essere orgogliosi” commenta da parte sua Manlio Milani, presidente della associazione dei familiari e delle vittime della strage.

A distanza di 10 mesi mancano però ancora le motivazioni della sentenza di condanna che i giudici avrebbero dovuto depositare 90 giorni dopo la lettura del dispositivo. “Non sta a me valutare i tempi – commenta il Guardasigilli dalla piazza - quello che posso dire è che in questo caso mi paiono in qualche modo giustificati”.

Ora, che la giustizia completi il suo corso è una necessità vitale per la democrazia. Ne va della fiducia dei cittadini” ha scritto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un telegramma inviato al sindaco di Brescia. “Per non dimenticare” quello che definisce “un barbaro attentato inscritto nel disegno criminoso che tentò di condizionare gravemente il confronto politico”.

TRA PASSATO E FUTURO

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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