15mila anziani soli. La proposta: «Li adottino gli alunni»

«Esistono situazioni molto differenti – afferma Marco Fenaroli – Si potrebbe reintrodurre le pratiche del Buon vicinato sperimentate anni fa»
15MILA ANZIANI SOLI, NON FRAGILI
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Soli, ma non fragili. Eppure forse proprio per questo più esposti ad alcuni rischi. Quelli che una vita del tutto autonoma può portare con sé in caso di imprevisti e inattesi problemi di salute.

Il tema è quello che drammaticamente si è imposto dopo due distinti episodi di cronaca delle scorse ore: la 92enne caduta in casa e salvata dai vicini dopo tre giorni di disperati tentativi di lanciare l’allarme e l’architetto settantenne rinvenuto senza vita nel suo appartamento dopo tre settimane.

La fotografia scattata in città – contesto per dimensioni e caratteristiche forse più critico rispetto a quello più raccolto di molti comuni di provincia – racconta di 15.728 over 65 che vivono soli. Poco più di 10mila quelli che hanno più 70 anni per arrivare ad un numero più limitato di 4.172 se si osservano i soli over 85. Numeri consistenti che includono situazioni differenti, come sottolineano al Settore Servizi Sociali della Loggia.

Se per le situazioni di fragilità esistono servizi specifici che garantiscono un monitoraggio costante, chi non presenta alcun bisogno evidente può sfuggire alla rete di protezione e sostegno. Forme di isolamento che interrogano, spiegano, ma le possibilità di garantire occasioni di contatto non mancano: dai servizi aggregativi presenti in tutti i quartieri, come i centri diurni, al servizio di Telesoccorso, gestito in collaborazione col Comune da Croce Bianca, che dispone anche dell’accesso diretto alle abitazioni degli utenti che ne beneficiano a costi contenuti.

Ma gli episodi recenti interrogano e allora si profilano ipotesi di quelle che l’assessore con delega ai Servizi alla Persona definisce soluzioni più leggere di relazione.

«Potrebbero essere reintrodotte le pratiche del Buon vicinato che furono sperimentate in occasione della torrida estate del 2003 – spiega Marco Fenaroli – ma anche soluzioni analoghe a quella sperimentata nel Padovano, dove ogni alunno delle scuole del territorio ha adottato un anziano. Una modalità che consente da un lato di superare la solitudine ma al contempo di garantire un monitoraggio costante. Certo si tratta di prassi che richiedono una disponibilità volontaria e che vanno promosse».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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