100mila tonnellate di rifiuti illegali smaltiti anche a Brescia

Le ecoballe provenivano dalla Campania e non venivano trattate prima dell'incenerimento
RIFIUTI CHE... SCOTTANO
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Ci sono anche società pubbliche tra quelle coinvolte nell'inchiesta su un traffico di rifiuti
dalla Campania alla Lombardia
. L'indagine che ha portato alla luce un traffico di rifiuti da Napoli al Nord Italia ha avuto avvio nell'ottobre del 2014 in seguito all'incendio sviluppatosi in un capannone di una società di Rezzato.

Centomila tonnellate di rifiuti non trattati smaltiti illegalmente negli inceneritore di A2A di Brescia, Alessandria, Pavia e Savona. E’ per queste accuse che i carabinieri del Noe, il nucleo operativo ambientale, sotto la direzione della Procura della Repubblica e della Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia hanno eseguito nelle scorse ore due ordinanze di custodia cautelare e un misura interdittiva nell’ambito di una vasta inchiesta, che conta complessivamente 26 indagati, sequestri per 6 milioni di euro e ricavi illeciti accertati per 10 milioni, scaturita dall’incendio della Trailer Spa di Rezzato del 15 ottobre 2015. Il capannone è di proprietà del sindaco di Vobarno, Giuseppe Lancini, che risulta tra gli indagati.

Appena i Vigili del Fuoco terminarono l’intervento di spegnimento, i carabinieri verificarono che all’interno del capannone bruciato erano state stoccate, senza le necessarie autorizzazioni, mille tonnellate di rifiuti urbani, le ecoballe, provenienti dalla Campania. L’indagine ha poi accertato che il capannone era usato come deposito da una più strutturata organizzazione criminale che, con la complicità di ditte di trasporto e di almeno un dipendente di A2A, smaltivano nei termovalorizzatori tonnellate di rifiuti che erano stati trattati solo sulla carta ma che nei fatti non erano mai stati preparati per ridurre l’impatto ambientale della loro combustione.

In virtù di queste manovre, contabili e di trasporto, i titolari di alcune aziende di smaltimento rifiuti con sede tra Bergamo e Alessandria, potevano proporre ribassi nelle gare d’appalto insostenibili per le aziende sane.

Sequestrati anche 80 automezzi usati per il movimento dei rifiuti ad una azienda di Torre Pallavicina, Bergamo, ad una di Abbadia Lariana e alla Crystal Ambiente di Brescia, per un valore complessivo di 6 milioni di euro.     

A2A Ambiente spa  nel pomeriggio ha diffuso un comunicato nel quale scrive «certa di aver sempre agito nel rispetto di tutte le disposizioni di legge e prescrizioni autorizzative, ha offerto la massima disponibilità alla magistratura, confidando che la propria estraneità ai reati ipotizzati venga quanto prima possibile riconosciuta».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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