È morto Aldo Rebecchi, sindacalista e politico bresciano
È morto Aldo Rebecchi, figura di primo piano del mondo politico e sindacale bresciano. Aveva 75 anni. A vincerlo una malattia respiratoria (del tutto estranea al Covid) che in poche settimane lo ha portato alla morte.
Perito industriale, entrò nel mondo del lavoro come tecnico Enel nei primi anni ’60, da subito impegnato nel sindacato. Nel 1980 divenne segretario generale della Cgil bresciana, organizzazione che guidò fino al 1987, quando divenne deputato. Eletto inizialmente nelle fila del Pci, fu deputato fino al 2001 venendo riconfermato in tutte le legislature successive e seguendo le complesse evoluzioni che portarono il partito fino al Pd.
Contemporaneamente, il suo impegno politico fu anche sul fronte dell’Amministrazione Provinciale di Brescia di cui fu anche vice presidente con la giunta Lepidi (1995-99), con delega all’Economia e alle Attività produttive. In Broletto fu poi a lungo anche consigliere (1999-2009) rivestendo spesso incarichi di primo piano anche in realtà collegate all’Ente Provincia.
Sempre per il Pd fu consigliere comunale in Loggia dal 2008 al 2013, in anni in cui il suo schieramento era all’opposizione, per poi far parte del gruppo dei saggi del sindaco Emilio Del Bono dopo l’elezione per il quinquennio successivo.
Anche dopo la conclusione dell’impegno politico diretto, Rebecchi ha assunto ruoli di primo piano nell’ambito economico e di promozione della storia sociale bresciana: dal 1998 ad oggi, infatti, ha ricoperto ininterrottamente il ruolo di presidente del Banco nazionale di prova per le armi da fuoco di Gardone Valtrompia, unico organismo deputato alla certificazione delle armi, così come dal 2011 ha rivestito il ruolo di presidente della Fondazione Micheletti, contribuendo con incrollabile tenacia al progetto del Musil.
Grande tifoso del Brescia Calcio, che anche nella stagione in corso non ha mancato di seguire in più occasioni al Rigamonti, fu anche impegnato in primo piano nelle complesse trattative che negli anni più difficili del dopo Corioni portò al salvataggio del club delle rondinelle.
Negli ultimi mesi, a provarlo profondamente fu la perdita dell’amata moglie Giuditta. Lascia la figlia Francesca.
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