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È arrivata nel Bresciano la pianta dalla linfa urticante

Il Pànace gigante Heracleum mantegazzianum provoca gravi irritazioni cutanee: ecco cosa dovete sapere
Pànace gigante Heracleum mantegazzianum
Pànace gigante Heracleum mantegazzianum
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Specie aliene, non solo gamberi e nutrie, ma anche piante. L'allarme arriva da Vione dove è stata notata una specie botanica infestante pericolosa per la nostra salute non va trascurato perché questa pianta erbacea, alta 2-3 m e dal fogliame molto espanso e fitto, è molto rustica e perciò capace di colonizzare rapidamente ampi territori se non eradicata prontamente.

Il pànace gigante (Heracleum mantegazzianum) è una pianta erbacea infestante arrivata in Italia 50 anni fa.

«La pianta è pericolosa a causa della sua linfa urticante, capace di provocare gravi irritazioni cutanee con  infiammazioni e grosse lesioni bollose che possono lasciare anche cicatrici permanenti - spiegano in una nota l'agronomo Fiorenzo Pandini  e il medico Erika Alberti -. La sua pericolosità è legata alla tossicità cutanea della linfa, capace di provocare gravissime lesioni agli occhi e alle mucose orali. Per questo motivo è considerata pianta pericolosa, indesiderata, da eliminare, capace di portare ai pronto-soccorso degli ospedali i malcapitati che ne entrano in contatto».

In caso di contatto è bene  lavarsi immediatamente e non esporsi alla luce solare per qualche giorno perché pare che i raggi UV aumentino la dermo-sensibilità delle persone. Se i sintomi si aggravano bisogna rivolgersi al pronto-soccorso del primo ospedale della zona in caso di contatto.

Questa pianta è oggetto di campagne nazionali di rimozione attiva specie nei paesi europei dove rappresenta un problema diffuso (Regno Unito, Germania, Belgio, Svizzera e Danimarca); in Italia, il servizio agronomico l’ha rinvenuta in Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria occidentale e in qualche zona collinare settentrionale della Lombardia.

Questa specie aliena e infestante è stata importata in Europa dal Caucaso alla fine del 1800 come pianta ornamentale per i giardini ma si è subito diffusa e inselvatichita insediandosi nei prati, sulle rive dei fiumi e nei luoghi incolti delle zone fresche dell’Europa centrale.

Si diffonde per seme ma possiede un fittone molto robusto con  gemme dormienti nella zona basale del fusto. «Il semplice taglio - avverte Pandini - non elimina la pianta ma la induce a ramificare in seconda rivegetazione. La lotta al pànace è un obbligo sanitario sia per i privati che per gli Enti pubblici».

«Va categoricamente escluso il taglio al piede, procedendo con l’estirpazione integrale dell’intera radice fittonante o, meglio ancora, intervenendo con erbicidi quali 2,4-D, TBA, MCPA, Dicamba, Glifosato. Quest’ultimo - sottolinea Pandini - si è dimostrato quello maggiormente efficace in tutte le sperimentazioni scientifiche eseguite, garantendo la devitalizzazione dell’intera pianta anche se applicato su una singola foglia. Non trascurabile concorre il fatto che questo erbicida si fissa nei primi mm di terreno (e non è perciò percolabile in falda) per poi biodegradarsi completamente in una decina di giorni».

Se si hanno dubbi le amministrazioni è meglio che si rivolgano ad un agronomo di fiducia per avere il riconoscimento ufficiale di questa specie aliena in modo da predisporre poi l’eventuale migliore intervento di eradicazione vera.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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