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«Zagaria scarcerato, schiaffo alle vittime dei Casalesi»

Lo dice Gianni Zara, ex sindaco di Casapesenna, da anni in prima linea contro il clan camorristico
Pasquale Zagaria - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Pasquale Zagaria - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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«La scarcerazione di Pasquale Zagaria non solo costituisce un pericoloso precedente per tanti boss, che ora proveranno ad uscire di cella, ma rappresenta una situazione dalle implicazioni rischiose per la caratura criminale del personaggio, che ora dagli arresti domiciliari potrà riprendere i contatti con i parenti e riorganizzare il clan. E poi è un forte schiaffo alle vittime dei Casalesi». 

Va diritto al cuore della questione Gianni Zara, ex sindaco di Casapesenna, paesino del Casertano da cui proviene la famiglia Zagaria, dopo la scarcerazione di Pasquale Zagaria, ora agli arresti domiciliari a Pontevico per motivi di salute. Zara denunciò il capoclan Michele Zagaria, fratello di Pasquale, e un altro ex primo cittadino, Fortunato Zagaria (omonimo del boss), facendo condannare quest'ultimo - era appena il gennaio scorso - ad un anno e mezzo di cella per violenza privata con l'aggravante mafiosa. 

Zara ha sempre dovuto «combattere» con gli Zagaria: dopo i dieci mesi da sindaco a cavallo tra il 2008 e il 2009, ha iniziato a difendere come avvocato le vittime della camorra casalese, sia parenti di persone uccise che imprenditori sotto estorsione; persone che in queste ore «si sentono indignate e ancora più abbandonate dallo Stato». «Una decisione del genere - commenta Zara - è come un "liberi tutti", dà la sensazione che lo Stato stia cedendo qualcosa, anche se ci troviamo di fronte ad un’emergenza sanitaria grave come quella del Covid-19 e di un malato di tumore come Pasquale Zagaria. La verità è che finora Zagaria è stato sempre curato in carcere, bastava dunque trasferirlo in strutture carcerarie che hanno a disposizione reparti ospedalieri, visto che in Sardegna (dove era detenuto, ndr) è tutto destinato al coronavirus. Che senso ha mettere Pasquale Zagaria ai domiciliari, dove non potrà avere le cure da ospedale di cui necessiterebbe, peraltro in una zona così in prima linea sul fronte dei malati e dei decessi come Brescia? Qualcuno ha sbagliato in tutta questa storia».

Ciò che più preoccupa è il futuro prossimo di un clan, quello dei Casalesi, ormai scompaginato da arresti e pentimenti, e che «ora si ritrova un pezzo da novanta libero. Pasquale Zagaria non è solo il fratello di Michele - ricorda Zara - come molti media vanno dicendo, ma è il rappresentante più importante dell'ala imprenditoriale del Casalesi. È grazie a lui che il clan è riuscito ad infiltrarsi nei lavori della Tav e in tutti i più grandi appalti italiani». Zagaria, che dal 41bis non poteva avere contatti con il mondo esterno, ora «potrà avere accesso al telefonino, ad internet, parlare con i fratelli Carmine e Antonio e con le sorelle, tutti liberi dopo un periodo di detenzione; sappiamo che ogni componente della famiglia Zagaria ha un ruolo nel clan. Una situazione grave su cui spero lo Stato rifletta seriamente» conclude Zara.

 

 

 

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