Voli russi triplicati: la causa (forse) a Ghedi
All'esercitazione di strike nucleare, organizzata nella base della Bassa, avevano preso parte per la prima volta caccia polacchi
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Dal 21 al 30 ottobre si è tenuta sulla base dell’Aeronautica di Ghedi l’esercitazione Nato «Steadfast Noon» (Mezzogiorno risoluto) 2014, destinata ad addestrare le forze aeree di sette Paesi, Italia compresa, alle operazioni di pianificazione e strike anche nucleare.
La Nato dispiega infatti ancora 180 bombe nucleari lanciabili da aereo modello B-61 in Europa, di cui una sessantina in Italia (tra Ghedi ed Aviano), ossia il cosiddetto «deterrente minimo» dell’Alleanza.
Alla Steadfast Noon 2014 hanno preso parte però per la prima volta anche 2 caccia F-16 polacchi del 32° Stormo di Lask. Poiché dal 1996 la Nato ha garantito che non dispiegherà ordigni nucleari nei Paesi Est Europei da poco aderenti all’Alleanza, la presenza degli aerei polacchi (che però non sono certificati per l’impiego nucleare e che nell’esercitazione dovrebbero aver svolto missioni per la soppressione delle difese aeree nemiche) potrebbe aver ingenerato nella Russia l’idea di un’intenzione Nato di un cambio di «indirizzo strategico» con l’ingresso della Polonia nel «nuclear planning» occidentale.
Questo spiegherebbe anche l’attività di volo insolitamente intensa di aerei militari russi ai confini della Nato negli stessi giorni (pari al triplo del «traffico» normale), che ha causato il decollo su allarme di decine di caccia Nato dai Paesi interessati dai «quasi» sorvoli.
Comunque, nel corso di esercitazioni come questa, gli aeroplani italiani (ovvero i Tornado Ids del 6° Stormo) non trasportano mai bombe nucleari attive, ma soltanto simulacri inerti delle stesse, che ne riproducono dimensioni, peso e coefficiente di resistenza aerodinamica.
Massimo Cortesi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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