Bassa

Volatili, oltre 200 specie censite nel Bresciano

Nel nuovo Atlante 2012-19 variazioni legate al clima. L’inquinamento riduce gli alimenti a disposizione
Airone bianco maggiore, garzetta, folaga - Foto Brichetti
Airone bianco maggiore, garzetta, folaga - Foto Brichetti
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Quanti e quali uccelli svernano nella nostra provincia? Sono aumentati o diminuiti negli anni? La risposta in uno studio svolto da esperti sulle stagioni invernali dal 2012-13 al 2018-19 e ora pubblicato nell’«Atlante degli uccelli presenti in inverno in provincia di Brescia (Lombardia). Inverni 2012/13 2018/19» inserito nelle Monografie di natura bresciana, a cura del Museo di Scienze Naturali (N.33- 2021). 

Dopo il primo atlante, riguardante il periodo 1984- 1988, la nuova indagine, grazie al confronto dei dati presenti e passati, svela come è cambiata la distribuzione delle specie sul territorio. Il volume è stato coordinato da sei esperti del settore: Daniele Vezzoli, Pierandrea Brichetti, Emanuele Forlani, Arturo Gargioni, Francesco Sottile e Paolo Trotti, ai quali si sono aggiunti 12 autori dei testi e ben 167 collaboratori che, nelle 7 stagioni invernali, hanno raccolto circa 300mila dati, dei quali 103.300 sono stati fondamentali per costruire le nuove mappe di distribuzione.

Lo studio ha considerato la presenza-assenza degli uccelli sul territorio, gli habitat, l’altitudine e evidenziato dati importanti come l’aumento di specie rilevate, arrivate ora a 206 (nella precedente ricerca erano 164).

Chi va e chi viene

Tra i nuovi arrivi l’airone guardabuoi, del tutto assente 30 anni fa e ora molto diffuso nella pianura e in espansione verso la montagna; l’Ibis sacro, originario dell’Africa, assente in passato e ora numeroso nella Bassa; o il picchio verde prima presente solo sui monti e oggi, con l’aumento e l’invecchiamento delle aree boscate, diffuso in pianura.

Aumentata la presenza dell’airone cenerino che dalla pianura è arrivato fino in alta Valle Camonica, e dell’airone bianco maggiore, in precedenza del tutto assente e ora radicato in area pianeggiante. Aumentati anche alcuni rapaci come la poiana, lo sparviere, il gheppio, il falco pellegrino, e specie acquatiche come il cormorano. Diminuite invece anatra e oca, pavoncella, piviere dorato e corvo comune che, grazie alle favorevoli condizioni climatiche, ora rimangono a svernare in Europa centrale.

Mignattaio, nella Lanca di Acqualunga, gennaio 2019 - Foto Monterenzi
Mignattaio, nella Lanca di Acqualunga, gennaio 2019 - Foto Monterenzi

La diminuzione del barbagianni, dell’allodola, del saltimpalo e dello strillozzo è dovuta alla mancanza di cibo causata dall’uso di prodotti chimici. «Questo secondo atlante - spiega Pierandrea Brichetti, ornitologo di Verolavecchia - ci ha permesso di comprendere come siano cambiate distribuzione e consistenza delle specie sul nostro territorio in relazione ai cambiamenti climatici e ambientali. Inoltre è uno dei pochi esempi a livello nazionale di indagine scientifica ripetuta nel tempo disponibile per gli esperti ma anche per gli appassionati». Il volume è corredato da 43 fotografie, 6 disegni e 420 mappe. Info: museo.scienze@comune.brescia.it.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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