Bassa

Vialetto come arma di ricatto: se lo stalker è il vicino di casa

La servitù di passaggio diventa un'ossessione e la questura emette il primo avvertimento
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Vicini di casa petulanti. Troppo petulanti.Tanto petulanti da diventare ossessivi e indurre le loro vittime a cambiare vita, se non addirittura casa e città. 

Si chiama «stalking condominiale» e come lo stalking «classico» prevede, tra le possibili sanzioni, l’ammonimento del questore. A Brescia, o meglio in provincia, c’è chi lo sta sperimentando. 

QUANDO LO STALKING E'... DI CONOMINIO

Il provvedimento emanato ad inizio anno dagli uffici di via Botticelli è arrivato a dirimere una questione annosa. Da circa sette anni una servitù di passaggio, in una zona residenziale di un paese della Bassa, era la causa di ripetute aggressioni tra il proprietario del suolo sul quale sorge e il vicino costretto ad utilizzarla per arrivare a casa sua

Il vialetto condiviso è stato per tutti questi anni il pretesto che ha dato al primo l’occasione per lasciare carcasse di animali, ma anche cataste di legname sulle finestre del secondo. Ma non solo. Il vicino stalker non si è limitato ai «dispetti»: ha minacciato gli ospiti del suo bersaglio, in particolare un’anziana zia, di usare un bastone e, non contento, ha pure parcheggiato il suo suv di traverso in modo da blindare la sua vittima e i suoi parenti in casa.

La situazione, per come quest’ultimo l’ha raccontata in questura, si è protratta a lungo. Troppo a lungo. Il vicino finito nel mirino dello stalker ha detto di essere stato costretto a cambiare le sue abitudini di vita, condizione necessaria perché scattino le previsioni normative dell’art. 612bis, e in particolare di aver evitato per anni di lasciare l’anziana madre in casa da sola, di allontanarsi per giorni dalla sua villetta e, per evitare discussioni, di aver rinunciato al diritto di passaggio, parcheggiando lontano da casa, e camminando a passi lunghi e ben distesi lontano dalla proprietà del suo rivale.

Quest’ultimo, chiamato ad un contegno e al rispetto delle norme di buon vicinato, ha provato a difendersi, ovviamente accusando l’altro. La scusa di un numero smodato di visite e di auto parcheggiate nel vialetto però è naufragata davanti ad altre evidenze.
«Da gennaio - ha assicurato ieri il commissario capo Francesca Picierno - la situazione è migliorata. Lo strumento dell’ammonimento, per la prima volta emesso dal questore di Brescia, ha dato i suoi frutti. Pare che la vittima, un cinquantenne come il suo stalker, non sia costretta più a convivere con il terrore del vicino di casa».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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