«Un progetto folle»: in marcia contro il depuratore sul Chiese
«Che ognuno sia responsabile dei rifiuti che produce», recitava il cartello di uno dei partecipanti alla marcia di ieri a Montichiari, voluta per dire no agli scarichi della depurazione gardesana nel Chiese.
Erano in oltre duecento, sono giunti anche da Gavardo e Muscoline per testimoniare che la lotta è comune. Partendo dal parco di via Turati, hanno percorso cinque chilometri lungo l’argine del corso d’acqua che intendono difendere da un progetto definito «folle»: «No alle fogne del Garda nel Chiese!» c’era scritto su un cartello. Ma prima del via, sono state piantate dodici querce, per ricordare le vittime dell’epidemia di polmonite e legionella.
La marcia, infatti, è stata organizzata dal comitato «La corsa per la vita», sorto per chiedere giustizia e prevenzione in merito all’epidemia. L’iniziativa, inoltre, è stata patrocinata dal Comune di Montichari, la cui Amministrazione è contraria all’ampliamento dell’impianto locale che dovrebbe sobbarcarsi la depurazione di 140mila gardesani.
«Ci opponiamo al doppio depuratore del Garda sul Chiese, a Montichiari e Gavardo - ha spiegato Carmine Piccolo, presidente del comitato -. Le condizioni del fiume sono critiche, non può sopportare altre pressioni: lo ha dimostrato l’epidemia. Ora bisogna lavorare per ripristinare il suo equilibrio, non gravarlo. Le acque depurate del Garda devono essere scaricate nel Mincio».
«Pare che il Chiese, per il suo stato, abbia fatto da incubatoio all’epidemia, in aggiunta Montichiari ha già molte criticità: non accetteremo il progetto», ha rimarcato il sindaco Mario Fraccaro. «In merito all’ennesimo tavolo regionale voluto per riparlare della depurazione gardesana, stupisce, ancora una volta, l’esclusione dei Comuni del Chiese» ha commentato l’assessore Mariachiara Soldini. «Stiamo studiando azioni legali contro il progetto», ha affermato Gianluca Bordiga, del Tavolo di associazioni che tutelano il Chiese e il Lago d’Idro, di cui fa parte anche «La corsa per la vita».
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