Bassa

«Troppi liquami nei campi sotto casa: la puzza toglie il respiro»

I residenti della località Ravere di Carpenedolo sono esasperati: «Troppi odori generati degli eccessivi spandimenti di un'azienda agricola»
Il liquame nei campi di Ravere, a Carpenedolo - © www.giornaledibrescia.it
Il liquame nei campi di Ravere, a Carpenedolo - © www.giornaledibrescia.it
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«Non ne possiamo più. Siamo esasperati». Il grido di sconforto arriva da alcuni residenti in località Ravere, appena fuori il centro abitato di Carpenedolo. E il riferimento del loro disappunto volge ai terreni che si trovano in prossimità delle rispettive abitazioni. Nel dettaglio, l’olezzo «al naturale» che si respira disturba le loro vite.

«Certo, siamo consapevoli di trovarci in campagna, ma così la situazione è davvero invivibile: tutta colpa di un’azienda agricola del posto. È noto che effettua spandimenti di liquame del suo allevamento di 3.500 suini su un unico campo di 40 piò (130mila mq circa, ndr). E siamo ben coscienti che i numeri non tornano: servirebbe uno spazio dieci volte più grande al fine di accoglierne le deiezioni prodotte ed evitare che non si accumulino per chissà quanti giorni una volta distribuite con le botti».

«Insostenibile»

Di conseguenza, stando alle testimonianze dei residenti, con una quantità oltre misura sull’appezzamento, questo se ne impregna e i suoi odori rimangono nell’aria per giorni e giorni. «È diventata una “discarica di liquami”: talvolta non riusciamo a tenere le finestre aperte talmente la puzza è forte. Non bastasse, con l’estate alle porte, tutto ciò causa anche il proliferare di mosche e zanzare», insistono gli abitanti, mentre ricordano che il problema si presenta ormai da anni, senza che nessuno si sia mai degnato di verificare. Malinteso.

In verità, in passato sono intervenuti i tecnici dell’Arpa, protagonisti però di un malinteso: «Dopo le nostre segnalazioni hanno eseguito carotaggi in una zona sì della medesima proprietà, tuttavia non quella a cui facevamo riferimento - sostengono gli stessi carpenedolesi -. A tal proposito i valori sono risultati ovviamente nella norma. Eppure, con i mezzi tecnologici odierni, basterebbe un drone per rendersi conto di cosa siamo costretti ad assorbirci quotidianamente, specie in primavera - concludono -, quando c’è un continuo via vai di trattori sotto gli occhi di tutti. Venite qua se non ci credete».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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