Tromba d'aria, chiesta la calamità. Da Ubi fondi per 2 milioni
Una settimana dopo la terribile tromba d’aria che ha colpito la Bassa bresciana, seminando devastazione in particolare nel Comune di Leno, prosegue il lavoro istituzionale per portare aiuto alle aziende colpite dal maltempo. La paura è passata, sul terreno restano danni per milioni di euro. Mentre la conta è ancora in corso, proprio a Leno si sono attivati per richiedere al Governo lo stato di calamità naturale, con la sindaca Cristina Tedaldi in prima linea.
Una richiesta d’aiuto raccolta dal gruppo consiliare del partito democratico in Regione, che ha presentato una mozione urgente al Pirellone con due obiettivi: sollecitare il Governo a riconoscere lo stato di calamità naturale, una volta conclusa la stima dei danni, e mettere a disposizione soldi per la ricostruzione direttamente dalla Regione. In attesa di risposte da Roma, per Gianni Girelli, uno dei firmatari della mozione, c’è margine di manovra per trovare fondi nel bilancio della Lombardia, in occasione dell'assestamento.
Coldiretti è però scettica: «Per esperienza sappiamo che anche se venisse riconosciuto lo stato di calamità naturale, i soldi dal Governo sarebbero largamente inferiori a quanto necessario», dice Ettore Prandini, che guarda con interesse a un'altra iniziativa. Su un altro fronte è arrivato infatti in giornata uno stanziamento di due milioni di euro da parte di Ubi Banca per le aziende colpite dalla tromba d’aria. Si tratta di fondi destinati a finanziamenti a tasso zero che gli interessati possono richiedere direttamente agli sportelli. L’iniziativa è nata in collaborazione con la Provincia.
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