Bassa

Travolse e uccise una bambina, la madre: «Pena troppo lieve»

Dopo l'incidente di Bagnolo Mella il pm aveva chiesto 5 anni e otto mesi per l’imputato, condannato a 4 anni. L'uomo aveva risarcito la famiglia
Era il 5 luglio 2020, l’auto travolse la bambina e la madre con il passeggino -  © www.giornaledibrescia.it
Era il 5 luglio 2020, l’auto travolse la bambina e la madre con il passeggino - © www.giornaledibrescia.it
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L’accusa era di omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso. E venti mesi dopo il drammatico investimento è stato condannato a quattro anni l’automobilista che il 5 luglio del 2020 a Bagnolo Mella travolse e uccise la piccola Manar, una bambina di 9 anni di origini marocchine che stava attraversando la strada sulle strisce pedonali in viale Italia, spingendo la sua biciclettina al fianco della madre che a sua volta spingeva un passeggino.

«Avevo Manar vicina, mi teneva la mano. Ho sentito l'auto accelerare, sì lo ricordo benissimo. Non ha frenato, ha accelerato. Mi ha colpita e sono caduta. Poi ricordo le urla disperate, ma non riuscivo ad alzarmi da terra» fu il racconto della donna nei giorni immeditamente successivi alla tragedia.

Il processo

Ieri, dopo una serie di rinvii, è stato celebrato il processo di primo grado. Il pubblico ministero Lorena Ghibaudo in aula aveva chiesto una condanna a cinque anni e otto mesi per Giampietro Offer, che era alla guida dell’auto quella sera e che non si era fermato costituendosi in Procura solamente il giorno successivo dopo aver letto in internet la notizia della morte della bambina. Al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, e dopo che l’imputato ha risarcito la famiglia della piccola vittima, il giudice ha emesso una sentenza di condanna a quattro anni, inferiore di oltre un anno e mezzo rispetto alle richieste dell’accusa.

«Sappiamo che è stato un incidente, sappiamo che ha risarcito, ma ci aspettavamo una pena più pesante. Ci siamo rimasti male» è il commento della mamma della bambina falciata sulla strada a Bagnolo Mella. La difesa dell’imputato ha già annunciato ricorso in appello.

L’incidente

«Non mi sono accorto di nulla» si è sempre difeso l’automobilista che venne arrestato e rimase per mesi ai domiciliari. Non aveva alcol e droga in corpo, stabilirono le analisi, ma secondo la ricostruzione andava a 75 all’ora, una velocità ben oltre i limiti in quel tratto di strada a pochi passi da un parco pubblico dove la bambina e la sua famiglia avevano trascorso la serata. E poi l’uomo al volante, al momento dell’impatto era distratto dal telefonino. Dall’analisi del cellulare era infatti emerso che stava provando ad effettuare delle chiamate e quindi aveva probabilmente lo sguardo rivolto allo schermo dello smartphone e non alla strada.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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