Tra famiglia e politica, i profughi di Corvione sono un caso
«Piero dice che Borghezio c’ha una nonna tunisina, e la tiene segregata da vent'anni giù in cantina» cantava Simone Cristicchi nella sua Italia di Piero. L’esasperazione del paradosso. Non siamo a questi livelli, ma il caso di Corvione di Gambara, con l’ostello che ospita 90 profughi di proprietà del nonno della deputata della Lega Eva Lorenzoni, fa discutere. E ha varcato i confini bresciani.
Nipote e nonno Lorenzoni avrebbero avuto nelle scorse ore, al telefono, un nuovo scontro per una questione che li divide da tre anni. Dal 2015, da quando nella piccola frazione di Gambara sono arrivati i primi richiedenti asilo. Proprio nella struttura di Gianfranco Lorenzoni. Suoi i muri, ma non la gestione degli stranieri affidata a Mario Nicoli, del ristorante Boschetti. Il gestore dell’ostello.
«Ho letto della vicenda, sapevo tutto, sapevo che la nipote di Franco era arrabbiata, ma lei fa la deputata, io faccio l’imprenditore e vado avanti. Non mi fermo» dice Nicoli. «Io non sono leghista, come faccio ad esserlo se ospito gli stranieri? Il quattro marzo ho votato per Renzi e gli immigrati me li tengo perché per me sono un lavoro come un altro».
Eva Lorenzoni nell’estate del 2015 aveva manifestato contro il nonno e fuori dall’ex ristorante di famiglia trasformato in centro profughi. Il sette luglio dello stesso anno aveva pure presentato una richiesta all’Asl di Brescia. «Chiedo un controllo urgente al fine di verificare la sussistenza dei requisiti igienico sanitari della struttura» aveva scritto sostenendo che l’ostello fosse fuori norma.
«Tre anni fa avevamo fatto pure un preliminare d’acquisto, ma non ho i soldi ora per poter comprare l’albergo» spiega Nicoli. «Lorenzoni non vorrebbe i profughi, ma il contratto di affitto è 6 anni più altrettanti sei e quindi continuo il mio business». E dall’altra parte la deputata del Carroccio non si ferma. In casa e fuori casa. «Non è una parentela che mi farà cambiare idea sulla questione dell’immigrazione» il pensiero dell’onorevole Eva Lorenzoni. «Nessuno può in alcun modo strumentalizzare la mia posizione poiché io combatterò questo business da militante della Lega e da cittadina».
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