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Tombe, monete e muri antichi: alla Pieve un villaggio perduto

Gli scavi al Santuario hanno portato alla luce gli insediamenti databili dal IV secolo in avanti
Dal passato. Una delle tombe scoperte durante gli scavi
Dal passato. Una delle tombe scoperte durante gli scavi
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Risalgono al IV secolo, periodo chiave di transizione tra paganesimo e religione cristiana, all’alto Medioevo e al Rinascimento, le numerose tombe appartenenti probabilmente ad una necropoli, portate alla luce in queste settimane dagli scavi attorno al Santuario della Madonna della Pieve di Orzivecchi.

Insieme alle tombe sono riemerse delle monete, una delle quali con l’effigie dell’imperatore Costantino, poi una parete ascrivibile ad un antico battistero della Pieve e altri muri ancora da definire. Quasi sicuramente appartenevano a una villa romana, una fattoria per intenderci, a testimonianza che in quella zona, ora prevalentemente agricola, nel primo millennio sorgeva probabilmente un villaggio.

Si tratta di un ritrovamento di rilievo quello fatto in questi giorni a Orzivecchi, che consente di fare chiarezza su un passato molto lontano. Del resto già si sapeva che questo fosse un luogo archeologicamente interessante. Fonti e monete dei tempi antichi erano emersi anche in altre occasioni. Reperti attesi quindi, ma anche sorprese, come quella di due scheletri, di una donna e di un bambino, ancora perfettamente integri, ritrovati all’interno di una tomba alla cappuccina a ridosso del muro di cinta del battistero.

Gli scavi sono stati condotti dagli archeologi Alberto Crosato e Alex Verdi in collaborazione con Franco Benedetti e la super visione del sovrintendente Andrea Breda, su commissione dell’associazione Amici della Disciplina di Orzivecchi. Come spiega il presidente, Giuseppe Busetti, «l’associazione da tempo desiderava far luce su questa zona, perché sappiamo che è una fonte storicamente preziosa.

Fin dai decenni passati sono emerse monete romane nei terreni circostanti la Pieve e queste scoperte ci rendono molto orgogliosi di aver fatto un po’ di chiarezza sul passato della nostra terra. L’intenzione era quella di scavare sui muri perimetrali della chiesa per trovare le tombe e le fondamenta primigenie.

Sono venute alla luce tra le altre cose un’antica facciata della Pieve rivolta a ovest, sul lato opposto a quella attuale, e numerose tombe. Gli scavi termineranno tra pochi giorni, cercheremo di valorizzare il sito per i visitatori e di organizzare una presentazione». All’attuale Santuario della Pieve facevano riferimento fin dai Longobardi le chiese dei paesi limitrofi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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