Tomba di Manolo: la riesumazione si allontana
Il certificato di morte è già agli atti, ora nel fascicolo finiranno anche gli articoli del Giornale di Brescia sulla reale esistenza della tomba. Un dato che a palazzo di giustizia viene visto come “un ulteriore riscontro”. Capace a questo punto – così sembra oggi - di mettere definitivamente la parola fine sul quadruplice omicidio di Torchiera di Pontevico e sul suo autore; quel Ljubisa Vrbanovic detto Manolo, seppellito nel suo paese natale a Kragujevac, città della Serbia centrale.
Difficile che le autorità italiane chiedano l’esame del dna come vorrebbe Guido Viscardi, unico sopravvissuto alla strage di ferragosto del 1990 che chiede la certezza che l’uomo sepolto sia il realmente l’assassino della sua famiglia. L’ipotesi, di comparare il dna dei resti con quello del fratello di Manolo, detenuto nel carcere di Fossombrone, era stata avanzata in aula dal sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia quando ancora non era arrivato dalla Serbia il certificato di morte.
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