Tentò di rapire una bimba, è «capace di intendere»
«Capace di intendere e di volere». La perizia psichiatrica eseguita sulla 33enne marocchina accusata di aver tentato di rapire una bambina il 6 settembre 2014 alla Sagra del Quarantì di Roccafranca ha ravvisato disturbi psicologici. Ma nulla di tanto grave da inficiare la capacità di intendere e di volere della donna. La 33enne verrà processata il 3 marzo.
Il 6 settembre 2014 attorno alle 22.30 il centro storico del paese bassaiolo è molto affollato. La bambina di un anno e mezzo è alla festa con la mamma, una parente e il figlio di quest’ultima.
Sono nei pressi della farmacia, stanno andando ad acquistare dei palloncini a una bancarella quando avviene l’incontro con la 33enne marocchina e una badante 50enne. Stando a primi racconti sembra che le due donne, con uno strappo deciso, sottraggano la bambina al controllo della madre, che la tiene per mano. Vengono arrestate.
Qualche giorno più tardi la 50enne viene rimessa in libertà. Nei confronti della 33enne vengono invece disposti gli arresti domiciliari nella sua casa vicentina (il Tribunale del Riesame a fine settembre respingerà l’istanza di scarcerazione).
La difesa ha sempre sostenuto che la donna fosse vittima di un equivoco: il suo gesto, il tentativo di spostare la piccola per non investirla, sarebbe stato frainteso.
A confermarlo, sempre stando a quanto sostenuto dalla difesa nelle settimane successive all’episodio, ci sarebbero le condizioni di tempo e di luogo nelle quali si sarebbe consumato il tentativo di rapimento: la presenza di numerose persone alla fiera di paese, l’illuminazione della strada, il rilascio immediato della bambina e il rientro a casa invece della fuga.
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