Bassa

Striscione bresciano antimafia fa infuriare i condòmini a Bitonto

I ragazzi dell’Einaudi e dell’oratorio di Erbusco l’hanno affisso dopo aver pulito 2 alloggi confiscati
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Per combattere la mafia, la violenza e il ricatto venti studenti bresciani sono andati in Puglia, a Bitonto, si sono rimboccati le maniche, hanno pulito due appartamenti confiscati ai boss e, a lavoro finito, hanno apposto due targhe e uno striscione per celebrare questa piccola-grande vittoria.

Numerosi cittadini, sindaco compreso, hanno applaudito all’iniziativa. Alcuni condòmini, invece, hanno protestato prima con gli stessi ragazzi e poi con l’Amministrazione comunale e i carabinieri perché, a loro dire, striscione e targhe danneggerebbero l’immagine del palazzo. Indignazione. Il sindaco Michele Abbaticchio, tra l’altro vicepresidente nazionale di «Avviso Pubblico» (l’associazione degli enti locali impegnati concretamente nella lotta alle mafie), è andato su tutte le furie: «Un danno all’immagine per un messaggio contro la mafia? - ha scritto su Facebook -. O il danno all’immagine vero era essere nello stesso condominio di un boss mafioso senza (magari) denunciare nulla? C’è molto da fare perché in questo campo culturale, diciamolo pure, non abbiamo fatto abbastanza. In nessun periodo politico. Io mi vergogno per tutti, anche di me stesso. Rialziamo la testa e seguiamo questi ragazzi. L’esercito che ci salverà sono sempre loro». I ragazzi che hanno realizzato lo striscione con la scritta «Ieri mafia, oggi Libera, domani liberi» provengono dall’Istituto Einaudi di Chiari e dall’oratorio di Erbusco. Quest’estate anziché andare al mare, in piscina o in montagna hanno accettato l’invito di «Libera» (l’associazione contro le mafie voluta da don Luigi Ciotti) a partecipare al progetto «E!State Liberi». Dal 22 al 29 luglio nella cittadina che sorge a 20 km da Bari hanno lavorato nei campi in cui si coltiva la canapa; hanno sistemato gli appartamenti confiscati alla mafia (e affidati alle associazioni che li utilizzeranno a scopo sociale). E hanno studiato il fenomeno attraverso dibattiti, spettacoli, incontri con i familiari delle vittime e un’esperienza di volontariato in spiaggia. La reazione dei condomini li ha fatti riflettere molto. «Si è scatenata una guerra a suon di gesti - osserva Giuseppe Giuffrida, referente bresciano di Libera -: c’è il gesto spontaneo e splendido dei ragazzi che hanno restituito alla collettività gli alloggi; il gesto dei condòmini che hanno cercato di difendere la vecchia immagine dello stabile. E il gesto del sindaco che ha richiamato all’ordine i cittadini. Questa storia ci insegna che, sul tema mafie, c’è ancora moltissimo da fare».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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