Strage in A21, «la lotta contro il fuoco a oltre 600 °C»
«I nostri uomini hanno lavorato dentro un inferno con temperature nell’ordine dei 600 o 700 °C». Nelle parole del comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, ing. Agatino Carrolo, il racconto delle difficoltà cui si sono trovati a far fronte la trentina di pompieri giunti là dove cisterna, auto e tir venivano divorati dalle fiamme, assieme al viadotto soprastante. E purtroppo alle sei vittime della terribile strage dell'A21.
I Vvf sono giunti con una quindicina di automezzi e hanno dovuto lottare per un'ora e mezza prima di riuscire a domare l’imponente fronte dell’incendio di benzina. Proprio la presenza del carburante, trasportato dalla cisterna, ha reso delicatissime le operazioni. «Per vincere il rogo è stato necessario irrorare la cisterna esplosa con schiumogeno a media densità. L’unico mezzo tecnico possibile da utilizzarsi in questi casi. Ad oggi non sappiamo quanto carburante fosse trasportato dall’autocisterna. Lo desumeremo dai documenti di carico dell’azienda piemontese. Quelli a bordo del camion sono bruciati. Ma lo sforzo del nostro personale è stato straordinario» sottolinea Carrolo.
Le squadre hanno affrontato l’incendio soffocando le fiamme e raffreddando gli elementi. «Il combustibile ha una temperatura di innesco inferiore ai 21°C e quindi la possibilità che il rogo ripartisse era altissima». Come dunque il rischio cui erano esposti quanti stavano operando.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato