Bassa

Strage di Torchiera: «Manolo è morto», no dei giudici al processo

Per la Corte d'Assise i documenti serbi che attestano la morte di Manolo sono attendibili: nessun processo per la strage di Torchiera del 1990
MANOLO E' MORTO: NESSUN PROCESSO PER LA STRAGE
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Non doversi procedere per sopraggiunta morte del reo. Un verdetto che equivale ad una pietra tombale – è il caso di dirlo – sul processo a carico di Ljubisa Vrbanovic, meglio noto come Manolo. La Corte d’Assise di Brescia ha così messo la parola fine per intervenuta estinzione del reato (vista la morte). il procedimento per la strage di Ferragosto del 1990, quando Manolo uccise nel corso di una rapina in casa Giuliano e Agnese Viscardi, di 58 e 53 anni, e i figli della coppia Luciano e Maria Francesca di 28 e 23 anni che abitavano nella stessa villetta a Torchiera di Pontevico.

L’unico superstite fu Guido Viscardi che da anni chiede giustizia in Italia, visto che in Serbia un processo già c'era stato. Era presente in aula anche questa mattina e all'uscita non ha voluto rilasciare dichiarazioni se non uno sconsolato: «Sono incazzato come una bestia». I giudici bresciani hanno preso atto del certificato di morte dell’imputato, inviato dalle autorità  serbe, che fissa all’11 marzo 2014  il decesso di quello che era ribattezzato il killer dagli occhi gialli.

Manolo, stando ai documenti, è morto nell’ospedale carcerario di Belgrado dove era detenuto per scontare la condanna a 40 anni incassata in patria proprio per il quadruplice delitto di Torchiera di Pontevico. La sua tomba è nel cimitero del paese natale a Kragujevac, città della Serbia centrale.

Guido Viscardi, unico sopravvissuto alla strage e parte civile in questo processo italiano, non crede alla reale morte di Manolo e avrebbe voluto che i giudici bresciani disponessero la riesumazione del cadavere e la comparazione del Dna con quello del fratello di Manolo, detenuto nel carcere di Frosinone e della figlia naturale, come chiesto anche dal pm in aula Mauro Leo Tenaglia. Richiesta però rigettata dalla Corte d'Assise d'Appello di Brescia.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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