Bassa

Sparse le ceneri, Marisa torna al suo Naviglio

L'ultimo viaggio di Marisa Lago, morta in Argentina, figlia di Ugo, giornalista che partecipò alla missione Nobile al Polo Nord.
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Un fatto sicuramente inusuale, probabilmente un caso unico, sta facendo parlare tutto il paese del lungo Naviglio.
Una cerimonia breve e partecipata da poche persone, pure in luogo appartato, che però non è sfuggita ad alcune persone che risiedono in zona.
Esecutori testamentari e parenti hanno sparso nelle acque del Naviglio le ceneri di Marisa Lago, ottuagenaria che aveva abitato da piccola in una casa nobiliare nel centro del paese, emigrata in Argentina, che ha lasciato tra le volontà del testamento questo ultimo «strano» viaggio terreno.
Un episodio che rafforza l'antico detto «Chi beve l'acqua del Naviglio non lascia più il paese... » che si ripete quando gli immigrati in questa comunità si integrano con gli indigeni.

Marisa Lago è vero che ha lasciato giocoforza Isorella ma è implicito, dalle ultime volontà, che qui ha vissuto un breve quanto intenso periodo adolescenziale.
Marisa Lago, stando al racconto dei presenti, era figlia di Ugo Lago affermato inviato de «Il Popolo d'Italia», disperso col dirigibile Italia nella tragedia al Polo Nord durante la spedizione del comandante Umberto Nobile il 23 maggio 1928.

La moglie, rimasta vedova quando era ancora incinta di Marisa, aveva accettato di sposare un Vaiarini, signore di fatto e di rango, che accettò che alla neonata venisse imposto il cognome del padre naturale, Lago, appunto.
Marisa - nata nel corso del 1928 - ha abitato nella casa nobiliare di via Vittorio Emanuele nel «cuore» del paese, proprio di fronte al Naviglio, nella famiglia, detta «i Vaiarì» (in dialetto), tra le più rispettate di Isorella.

Con la famiglia, Marisa si era trasferita a Desenzano del Garda, dove aveva gareggiato nel nuoto con numerosi tifosi isorellesi che raggiungevano la sede delle gare addirittura nel cassone di un camion.
Marisa, che non si era mai sposata, si è trasferita in Argentina dove aveva raggiunto un incarico di prestigio nella nostra Ambasciata.
Come detto, la cerimonia di spargimento delle ceneri non è sfuggita alla gente del luogo Ugone che ha dimostrato come la «pietas» sia ancora presente nelle nostre campagne.
Dario Mangeri ha dato una pulita al luogo dello spargimento delle ceneri, vicino al guado che scende nel Naviglio: un po' di cemento, mattoni ben posati e una croce su un masso.
Ecco il cippo semplice ma significativo abbellito con i fiori bianchi lasciati dai «forestieri» ed un rettangolo di giunchiglie poste da mani pietose.
Mani che non mancheranno di ravvivare fiori e preghiere per tener vivo il ricordo di Marisa Lago.
Roberto Ghisini

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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