«Sparo per errore? Non credibile la versione del 13enne»
«Allo stato non è apparsa accreditabile la versione del minore secondo cui egli avrebbe puntato l'arma contro la vittima al solo fine di intimidirlo e che gli avrebbe sparato per errore, sebbene sia un soggetto tredicenne privo di dimestichezza con l'uso delle armi, credibilmente esposto ad un'insopportabile tensione emotiva al momento del gesto».
Lo scrive il gip di Brescia Riccardo Moreschi nell'ordinanza con la quale, seppur non convalidando il fermo, dispone la detenzione in carcere del 27enne che venerdì scorso ha consegnato una pistola al nipote 13enne per sparare al rivale in amore, un 31enne ferito alla spalla.
«Lo zio - scrive il gip - si deve ritenere che concorra nel delitto commesso dal nipote quale mandante dell'omicidio, avendo fornito consapevole contributo materiale e morale alla consumazione del reato, organizzando l'agguato e consegnando la pistola al minore, pertanto è indagato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla determinazione al reato di persona non imputabile».«La gravità delle condotte - prosegue il gip nel provvedimento -, sostengono la sussistenza delle esigenze cautelari integrate dal concreto ed attuale pericolo di commissione di delitti della stessa specie, come si evince dal gravissimo reato di cui si è reso responsabile l'indagato e dalle inquietanti circostanze del fatto, avendo in modo spregiudicato coinvolto nel delitto il nipote minore».
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