Sara, una settimana di silenzio e attesa
Sette giorni. Di attese. Di incognite. Di indagini e ricerche. Quelle attorno alla misteriosa scomparsa di Sara Capoferri, la mamma 37enne di San Pancrazio che manca all'appello da martedì della scorsa settimana. Ad oggi su cosa sia accaduto alla giovane donna non si sa nulla. Le sue tracce si perdono nelle parole dell'amico che racconta di averla seguita, venedola alterata, fino ad una rotonda, dove la sua auto è scomparsa avvolta dal buio della notte.
La stessa auto attorno alla quale ormai da giorni si concentrano le ricerche: ritrovata bruciata a Berlingo, non lontano dal laghetto dei Cigni, è stata il punto di partenza di ricerche condotte per acqua, per terra e in cielo, con il ricorso a unità cinofile, sommozzatori ed elicottero dei Vigili del Fuoco, decine di uomini impegnati a setacciare la zona e il bacino dell'ex cava. Tutto inutile: di Sara neppure una traccia.
I carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia, stanno ascoltando chi conosce la ragazza e raccogliendo tutti i dettagli utili a ricostruire i possibili spostamenti di Sara. La cui auto viene individuata a Paderno Franciacorta da uno dei rilevatori di targa presenti sul territorio provinciale. Poi il nulla. Come è arrivata allora Sara (o quantomeno la sua vettura) sino a Berlingo? Secondo quali strade? Che ci faceva nella Bassa?
Domande che rimbombano senza risposta nella mente di chi attende ormai da troppo il ritorno della giovane. Il padre, da Sarnico, paese originario della 37enne di casa a San Pancrazio di Palazzolo, ha lanciato un appello affinché la figlia torni presto a casa. Inutile anche da parte dell'uomo e della figlia 15enne della donna ogni tentativo di contattarla su quel cellulare che resta muto da martedì sera. Da una settimana. Costellata di attese e di incognite.
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