Sara, ricerche vane: gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi
«Non escludiamo alcuna ipotesi». Lo dicono gli inquirenti, al termine di un'altra giornata di ricerche. Senza esito. Senza che di Sara Capoferri sia rinvenuta traccia. Nonostante un dispositivo di ricerche che col passare delle ore si è fatto via via più imponente. Elicottero in cielo, sommozzatori dei Vigili del Fuoco nelle acque del laghetto dei Cigni a Berlingo, personale della Protezione civile e unità cinofile a perlustrare un'area di 2 chilometri tutt'attorno al luogo di rinvenimento dell'auto della donna. Eppure, nulla di fatto.
Sara Capoferri pare svanita nel nulla: la 37enne ex barista, da qualche tempo disoccupata, con un passato e un presente di problemi personali, ha lasciato dietro di sè solo quell'auto trovata bruciata. E proprio attorno alla vettura si starebbero concentrando le indagini della Scientifica dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, tanto più dopo che nel lago, scandagliato centimetro per centimetro dai sommozzatori, non è stato rinvenuto nulla di riconducibile alla giovane mamma.
Il rogo sarebbe partito dal motore. Quando? Difficile dirsi. Sui tempi, l'unica certezza è quella legata all'ultimo contatto telefonico della 37enne con la famiglia, che risale alla serata di martedì, che la giovane mamma avrebbe trascorso con alcuni amici in locali della Franciacorta. Da allora il suo telefono tace, né più l'hanno sentita il padre e la figlia.
Il giallo insomma attorno alle sorti di Sara Capoferri resta fitto. Non è la prima volta che la 37enne, originaria di Sarnico ma di casa a San Pancrazio si allontana volontariamente da casa. Ma la preoccupazione, tra l'Ovest e la Bassa, sale di ora in ora.
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