«Ruba i kiwi», scontro sul sindaco di Quinzano
La voce serpeggia in paese. Circola di persona in persona. Nessuno però si espone. Troppo grave l'accusa. Sindaco, arance, furto: queste le parole chiave. I commenti non si contano. Ma la chiacchiera resta a livello carbonaro. Qualcuno arricchisce i racconti con retroscena complottistici. Non si parla d'altro. Ma di conferme, neppure l'ombra. Poi irrompe sulla scena un volantino. «A Quinzano sindaco ladro sorpreso a rubare al supermercato (ma la notizia è top secret). Tutta la popolazione deve sapere e deve (attraverso il Consiglio comunale) porre in atto la dovuta decisione, nel caso non si dimetta». Nessun dubbio interpretativo. Quello che era solo un «si dice» viene messo nero su bianco, in forma anonima. È troppo: l'Amministrazione deve uscire allo scoperto, il fiume in piena delle accuse deve essere arginato. Ma è proprio l'atto ufficiale, paradossalmente, a dare corpo a tutta la vicenda.
La maggioranza presenta una mozione di fiducia nei confronti del sindaco Maurizio Franzini da discutere in Consiglio comunale. La votazione prende corpo, a sorpresa, qualche giorno fa: giovedì 20 dicembre. Ma la decisione non butta acqua sul fuoco, anzi: la vicenda assume i contorni della polemica politica. Pre elettorale, giusto per non farsi mancare nulla.
Lorenzo Olivari, capogruppo della Lega Nord (all'opposizione in Comune) parte all'attacco: «Con la folle mozione di fiducia si è varcato ogni limite, politico e privato». Parole pesanti come macigni. «La Lega Nord - spiega - ovviamente era al corrente del misfatto e annessi risvolti, ma abbiamo sempre tenuto un atteggiamento sommesso, sia per assenza di una denuncia ufficiale da parte della catena commerciale danneggiata sia per rispetto alla figura del primo cittadino». Ma in Consiglio comunale, prosegue il capogruppo leghista «la maggioranza ha accusato le minoranze di vile strumentalizzazione elettorale dell'accaduto; siamo stati accusati di essere i responsabili del volantino. Un'insinuazione pesante nonostante la totale assenza di prove che avvalorino tale illazione».
E il primo cittadino? «Una vigliaccata - spiega Franzini -, ma ora è venuto il tempo di reagire: mi muoverò anche sul fronte legale per difendere la mia onorabilità». Ci può spiegare l'accaduto? «Come sempre sono andato a fare la spesa. Ho acquistato delle arance, le ho pesate e dopo qualche secondo mi sono accorto di essermi dimenticato dei kiwi. Soprappensiero ho aperto la busta e ho aggiunto la frutta. Arrivato alla cassa mi è stato segnalato l'errore: non ho fatto altro che tornare nel reparto e ripesare il tutto. Pensavo che la questione fosse chiusa, anche perché non è partita nessuna denuncia. Del resto è stato solo un banale errore; ho agito con superficialità, ma ho subito rimediato».
E invece. «Invece è partita una campagna diffamatoria contro di me - spiega -, un accanimento: sono stati giorni pesantissimi. Una situazione inconcepibile per uno che ha fatto dell'onestà la propria bandiera». Le elezioni alle porte la prossima primavera non hanno certo stemperato il clima. «Le opposizioni - conclude Franzini - hanno cavalcato la vicenda per demolire quanto fatto in questi anni». Per il vice sindaco Andrea Soregaroli la mozione di fiducia era un atto dovuto. «Nel volantino si parla di "sindaco ladro" non potevamo certo accettare questo attacco alle istituzioni, oltre che ovviamente a Franzini della cui onestà non ho mai dubitato». Che l'affaire delle arance sia chiuso? Improbabile.
Francesco Alberti
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