Rischi della rete: c’è un progetto per 20mila giovani docenti e famiglie
«Relazioni sicure dentro e fuori la rete». Con queste intenzioni nasce il progetto «Secor-Net Sicuri in rete», promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e sostenuto attraverso un contributo di 110mila euro. Un progetto che vedrà protagoniste le scuole di ogni ordine e grado di venti comuni dell’Ambito 9 (Bassa centrale).
Il percorso
A coordinare il percorso dalla durata di 18 mesi seguito da Paola Cattenati, sarà l’associazione Criaf, in collaborazione con l’Azienda territoriale per i servizi alla persona dell’Ambito 9. Fulcro del progetto è la costituzione di una cabina di regia che vede al suo interno rappresentanti di enti significativi del territorio, quali, tra gli altri, la Prefettura, l’Ufficio scolastico (Ust), la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’Adolescenza di Leno, il reparto di Pediatria dell’spedale di Manerbio, Ats Brescia ed esperti giuristi: tutti presenti ieri mattina in Prefettura alla presentazione del progetto. Un lavoro a più mani e su più fronti, dunque, per prevenire il fenomeno della violenza tra pari, perpetrata anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie, promuovendo nel territorio una cultura della non violenza e un’appropriata consapevolezza digitale, relazionale e socio-affettiva.
I protagonisti
«Quelle che vengono messe in campo - hanno sottolineato i protagonisti - sono azioni preventive dei pericoli di una navigazione non consapevole e non responsabile, che vede spesso protagonisti, in negativo, giovani e giovanissimi. Per promuovere una comunità educante allargata occorre favorire il coinvolgimento e il protagonismo dei più giovani e degli adulti in relazione ad essi: per questo la scuola rappresenta il fulcro dell’azione e un contesto fervido per costruire un modello che contrasti la violenza, anche nella sua degenerazione online, e per poter agire in ottica preventiva».
«Secor-Net» farà quindi leva sulla scuola, coinvolgendo 20mila studenti e le relative famiglie, quasi due mila docenti, enti territoriali e, di riflesso, tutta la comunità della Bassa centrale. Partendo dal lavoro in aula, ci si concentrerà su attività di sensibilizzazione e laboratori, istituendo specifici sportelli d’ascolto per il contrasto al cyber bullismo e all’odio online e attuando percorsi formativi per docenti e personale scolastico; senza tralasciare incontri di formazione per genitori.
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