Resta in carcere lo zio che armò il nipote 13enne
Il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso del 27enne zio di Montichiari in cella dalla vigilia di Pasqua
Montichiari, la pistola con cui ha sparato il minorenne - © www.giornaledibrescia.it
AA
Il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso del 27enne zio di Montichiari in cella dalla vigilia di Pasqua con l’accusa di aver messo in mano al nipote 13enne una pistola ed averlo mandato ad uccidere un 31enne rivale in amore. I giudici della libertà hanno confermato l’intero impianto accusatorio per come l’hanno ricostruito i carabinieri della Compagnia di Desenzano coordinati dal sostituto procuratore Alessio Bernardi.
Difeso dagli avvocati Adriano Spinelli e Roberto Ferrara il 27enne chiedeva l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare con la quale il giudice delle indagini preliminari Riccardo Moreschi, pur non convalidando il fermo, aveva confermato il carcere allo zio. Il giudice non aveva creduto all’ipotesi dello sparo partito per errore e all’intenzione del nipotino, minore di 14 anni e quindi non imputabile, di intimidire il 31enne «colpevole» di una relazione con una ragazza legata al fratello della mamma, suo modello di riferimento. «Si deve ritenere che lo zio - scrive il gip - concorra nel delitto commesso dal nipote quale mandante del tentato omicidio, avendo fornito consapevole contributo materiale e morale alla consumazione del reato - scrisse il gip Moreschi - organizzando l'agguato e consegnando la pistola al minore, pertanto è indagato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla determinazione al reato di persona non imputabile.La gravità delle condotte, sostengono la sussistenza delle esigenze cautelari, in particolare il pericolo di reiterazione». Un pericolo che ha ravvisato anche il Riesame confermando il carcere.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Condividi l'articolo
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato