Rane e bose con clinto addio: la Trattoria del Mella chiude
Da qualche giorno la porta del ristorante Trattoria del Mella è chiusa. E forse lo sarà per sempre, visto che i gestori, Gianni Guana e la moglie Chiara Anni, hanno deciso di appendere il grembiule al chiodo per andare in pensione.
Insomma: a 71 anni dall’apertura, la Trattoria del Mella chiude le porte della sua cucina, divenuta famosa negli anni ’40 e ’50 per i tipici piatti a base di rane e bose, accompagnate da un buon clinto, prodotto, manco a dirlo, nel vigneto della famiglia Guana.
«Mio padre Gino e mia madre Teresa Pansi aprirono il locale nel 1945 - ricorda Gianni -; e da subito venne considerato un punto di riferimento della cucina bresciana. All’inizio, assieme ai miei genitori lavorava anche mia sorella Rosa, che aveva qualche anno più di me, ma non appena ebbi l’età per farlo, cominciai anch’io a dare il mio contributo. Io - sottolinea con orgoglio Gianni - sono nato qui e qui ho vissuto tutta la vita. Quando, dopo essersi sposata, mia sorella è andata via, nell’attività è subentrata mia moglie Chiara».
La famiglia Guana nel corso degli anni ha rinnovato più volte l’arredo interno, preservando però volutamente l’aspetto tipico da osteria e mantenendo le ricette della cucina tradizionale bresciana, passate dalla signora Teresa alla nuora Chiara. Fino a qualche giorno fa, alla Trattoria del Mella si potevano gustare piatti a base di casoncelli, trippa, tagliatelle, funghi, pasta e fagioli, manzo all’olio, capretto al forno, lumache in umido con polenta, tagliata, bolliti misti con varie mostarde e salse. Roba da leccarsi le dita.
«La nostra missione - riferiscono i coniugi Guana, che in questi giorni si sono presi qualche giorno di vacanza - è stata quella di unire la passione per la ristorazione e l’ospitalità al rispetto per la tradizione culinaria familiare. Pertanto ci sentiamo in dovere di ringraziare i nostri affezionati clienti, che hanno reso la trattoria un luogo divenuto speciale. Famiglie e gruppi di amici ci hanno scelto per anni, perché amavano i sapori «de ’na ólta», ma anche per sentirsi in un luogo accogliente e familiare».
L’occasione. Dunque, per Gianni e Chiara inizia una nuova vita da pensionati. Tutto perduto, allora? Sì e no, perché se a qualche giovane di buona volontà venisse la voglia di provare a riannodare i fili della cucina bresciana, la famiglia Guana sarebbe disposta ad affittare il locale: «I clienti non mancherebbero. A Capriano un locale del genere non soffrirebbe di certo la crisi…».
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