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Raid all'istituto Capirola di Ghedi: intrusi rubano 15 computer

Forzate anche le macchinette del caffé. Le aule sono state rese inagibili
L’interno dell’Istituto Capirola dopo la visita dei ladri - © www.giornaledibrescia.it
L’interno dell’Istituto Capirola dopo la visita dei ladri - © www.giornaledibrescia.it
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Il raid, che i soliti ignoti hanno consumato all’Istituto Capirola di Ghedi, ci consegna dubbi e certezze. Un dubbio riguarda i tempi della scorribanda: docenti e studenti se ne sono accorti ieri mattina, al suono della campanella.

Ma, visto che giovedì l’Istituto era chiuso per la Festa della Repubblica, rimane da appurare se gli intrusi siano entrati nella notte tra mercoledì e giovedì o in quella successiva. Dal punto di vista pratico cambia poco, ma il particolare va definito. Un altro dubbio riguarda il sistema di allarme, che, a quanto pare, era inserito. Eppure non ha funzionato. Trattasi di guasto o c’è da pensare che i manigoldi conoscevano il codice per disinserire l’antifurto?

Per il resto, solo certezze. I carabinieri di Ghedi hanno appurato che gli intrusi sono entrati da una porta che si trova al primo piano; una volta dentro hanno scorrazzato in lungo e in largo. Certezze anche sui danni provocati: è sparita una quindicina di computer, che erano nelle aule. Non contenti d’aver rubato, i malviventi hanno pure devastato. Ladri, insomma, ma anche vandali. Nel tentativo di portarsi via le monetine, hanno cercato di forzare le macchinette del caffè.

Non essendoci riusciti, se la sono presa con gli estintori, spruzzando a casaccio la polvere antincendio. Il risultato di questa genialata è che ieri parecchie aule erano inagibili e alcune classi hanno passato la mattinata all’aperto e nei laboratori. Poco male, perché le lezioni sono oramai finite. Ma rimane il gesto incomprensibile, che fa male non solo al portafogli.

«Atti vandalici e furti nelle scuole non sono solo illeciti penali - commenta il dirigente Gianmarco Martelloni -. Sono gesti odiosi e immorali, perché danneggiano o sottraggono beni acquistati con denaro della collettività per migliorare il servizio offerto ai ragazzi. La polvere di un estintore spruzzata ovunque, i vetri rotti, il distributore di bevande danneggiato e i computer rubati sono uno spettacolo desolante: la scuola è un luogo sacro, intoccabile, e chi non ne rispetta lo status si pone al di fuori dei valori fondamentali della convivenza civile».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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