Ragazzo armato dallo zio, lo sparo poteva uccidere

«Dal mio punto di vista è stato un miracolo che non siano stati lesi organi vitali». Lo ha detto il professor Andrea Verzeletti illustrando la sua perizia medico legale nell'ambito del processo a carico di Antonio Di Sanzo, ritenuto il mandante del colpo di pistola esploso contro Manuel Poffa da suo nipote di 13 anni la sera del 2 aprile 2021 a Montichiari.
Il medico ha spiegato che «si è trattato di una azione idonea a cagionare il decesso. Il proiettile ha completamente attraversato il torace dove si trovano organi vitali e solo per pochi millimetri non ha leso il cuore o i grossi vasi. Una differenza di pochi millimetri avrebbe potuto provocare la morte».
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