Radio Kiev, Slava: «Come è possibile trattare?»
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
Slava, il nostro radar umanissimo sull'Ucraina, conta i giorni e le ore di quattro settimane di guerra e non li calcola nell'aritmetica di chi è fuori dalla sua terra, ma di colui che è come dentro in uno dei bunker della sua città, parla di sua madre colpita dal Covid tre giorni fa e che adesso sta molto meglio; aggiunge che gli ospedali ucraini funzionano bene, è grato agli italiani per l'ospitalità offerta si suoi connazionali, ma nello stesso tempo sa bene che la solidarietà cala nel trascorrere del tempo.
Rabbrividisce contro quello che definisce il terrorismo di Putin, l'attacco al teatro di Mariupol: «Ascolto il mio amico che adesso è in Bulgaria con la moglie e il figlio, deve imparare una lingua nuova, ha davanti una vita molto dura. Il profugo è una disgrazia. Torniamo in Ucraina: Putin cattura i sindaci e li scambia coi prigionieri. La disinformazione russa è enorme.
Dopo il bombardamento del teatro di Mariupol hanno avuto il coraggio di dire che gli ucraini hanno messo nel teatro la loro gente e poi l'hanno bombardata, dicendo ancora che i filmati dei bombardamenti sulle nostre città sono stati creati da Hollywood. Come è possibile trattare dopo questi atti di terrorismo, dopo tutti questi morti? Dalla Russia scappano migliaia di persone e Putin sostiene che scappano i ricchi e rimangono i russi veri. Come è possibile trattare?».
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