Radio Kiev: «Siamo solo all'inizio di un cambiamento totale
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
Nessuna interferenza per Radio Kiev grazie al fedelissimo Slava, pronto ad ogni ora del giorno e della notte a comunicarci notizie dalla sua e un poco nostra Ucraina: «Mia madre ieri è andata al mercato e al ritorno ha incontrato tantissime persone che sono fuggite da Severdonetsk, chiedevano se qualcuno era disponibile per concedere in affitto un appartamento. Soprattutto donne. Giravano intorno alla città, si attraversa tutta in trenta minuti, 30mila abitanti, fatta di condomini a cinque piani e poche case private in periferia.
C'è una grande quantità di persone che sfuggono dalla città. Non è una tragedia come Mariupol, là i combattimenti erano più sanguinosi e senza un 'ora di sosta e comunque i russi hanno perso 6mila soldati.
Severdonetsk non è circondata, i combattimenti sono strada per strada, metà della città è stata abbandonata dai nostri. Probabilmente l'esercito ucraino lascerà questa città, meglio combattere in altre zone, ci sono posti migliori per combattere.
Per il resto, i nostri dicono che le truppe russe non hanno più forza e cercano di riposare magari per un altro contrattacco.
Intanto la diplomazia russa sta lavorando molto per cercare appoggi con la vecchia guardia europea anche se l'Europa non ha più politici bravi come una volta. Il più criticato è Berlusconi troppo amico di Putin. I francesi sono indecisi e i nostri dicono che l'Europa è indecisa.
Siamo solo all'inizio di un cambiamento totale. Io sono nato nell'Unione Sovietica e ho visto crollare un impero. L'Europa si è dimenticata di cos'era la Russia e pensava che non sarebbe mai finita. Le cose cambiano, l'Europa è troppo scoperta».
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