Radio Kiev: «Siamo alla parte più critica della guerra»

Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.

Slava pensa al rientro di sua moglie e pensa al mezzo migliore per tornare a casa, dove attraversare, quale confine, se a nord verso la Polonia o verso l'Ungheria: «Si vedrà al momento giusto, meglio non parlare troppo dei nostri rientri. 

Sul campo di combattimento, Zelenski ha invitato a venire via dal Donbass, la nostra strategia guarda ora a Kherson, a sud, sopra la Crimea. In quell'area i russi avevano intorno ai 12 mila soldati, adesso hanno raddoppiato. Hanno annunciato di impadronirsi dei terreni occupati sotto il profilo legale e vogliono avanzare verso Nikolaiev che si chiama così perché dedicata a San Nicola.

Non riesco a capire come gli ucraini resisteranno a questa nuova pressione russa. Kherson è la città fondamentale della regione, se perdi quella, la sconfitta è fondamentale per gli ucraini o per i russi. Hanno cercato di costruire un ponte di barche sul fiume Dnipro per rompere l'accerchiamento, non riuscirà a resistere.

Il nostro Capo di Stato Maggiore ha un piano, simile alla morsa. Se riesce, siamo in grande vantaggio, altrimenti siamo nei guai. I russi hanno annunciato che un drone ucraino ha lanciato una bomba e ha colpito Sebastopoli. Ma è un diversivo per coprire le torture e gli orrori compiuti nella prigione dei prigionieri di Azovastal. Credo che siamo alla parte più critica della guerra».