Radio Kiev: «Si piange e ci si inginocchia per il terrore»
Un ponte tra l'Italia, dove vive, e l'Ucraina, dove è nato e cresciuto. Slava è un uomo di 48 anni che vive nella Bassa Bresciana e che ogni sera si collega con amici e parenti che vivono in città e villaggi sotto gli attacchi dei soldati russi. Ogni giorno, attraverso Slava, parleremo con chi sta vivendo la guerra in prima persona: questo progetto si chiama «Radio Kiev» ed è a cura di Tonino Zana.
Venticinque domeniche di guerra, scandaloso, bestiale, nazista. Il 24 febbraio, Attila-Putin sfondava in Ucraina per ragioni del tutto incomprensibili a una ragionevole umanità. Con Slava, tra poco, avremo scritto duecento trasmissioni di Radio Kiev e grazie alle sue fonti e al suo vigore, sempre con una riga di novità, certo, amara e triste.ma chi ci ha seguito ha assicurato delle verità, non delle furbizie di propaganda. Giorni dopo, i mass media mondiali le hanno confermate. Basta verificare: gli scritti rimangono.
Adesso, Slava, si confronta con la fonte fresca di sua moglie Natascia, appena tornata dall'Ucraina dopo molte settimane di permanenza e racconta i giorni di una guerra vissuta come in esilio: «Colpiscono quegli aerei grandi che volano sopra i tetti, pochi metri dalla testa. Si piange e ci si inginocchia per il terrore. Due o tre giorni la settimana così, è impressionante. L'incontro con alcuni militari che vanno al fronte e quelli che tornano a riposare mette a dura prova il cuore delle persone. I cittadini ucraini donano un grande rispetto e una grande gratitudine ai loro soldati.
Sul fronte dei combattimenti: in generale i russi premono di più a est e cercano di non perdere le posizioni guadagnate mentre nel sud gli ucraini sono in contropiede. Adesso c'è da capire chi riesce a rinnovare le forze militari, ad averle più fresche sul campo. Ieri i russi hanno lanciato quattro missili di grande precisione che volano a più di duemila metri e sono stati stati abbattuti. A Odessa due missili abbattuti e due hanno colpito depositi di grano».
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